Ma alla fine chi è ‘sto Renzi? Un furbacchione, un lupo famelico travestito da svagato e innocuo agnello, un arrampicatore, un narciso, un franco tiratore… No, non importa chi sia, perchè il punto non è questo. E’ il suo ruolo che va capito. Perchè l’aspetto più assurdo, surreale e paradossale di tutta questa vicenda è che lui - che è solo il sindaco di Firenze, diventato fortunosamente segretario del suo partito e che non è mai stato né deputato e nemmeno senatore - insieme a un pregiudicato, cacciato via dalla politica per indegnità, ma col quale ha una “profonda sintonia”, sta decidendo il futuro politico del paese, infischiandosene del fatto che c’è un governo in carica, un presidente del consiglio e un parlamento. Qualcuno per favore mi spieghi con quale autorità lo fa!!! Mi dica perché questi due personaggi incredibili possono dettare l’agenda a tutto il paese! Per favore, svegliamoci tutti da questo incubo insensato!
Perché è lui a stendere il testo di una nuova legge elettorale? Per che caspita paghiamo tutti quei deputati e senatori?? Non sono in grado di farla loro?
Fra l’altro la sua proposta di legge è un vero schifo: dopo tante promesse e proclami non si parla più di lasciar scegliere ai cittadini i propri candidati, anzi: rispuntano fuori i famigerati listini bloccati e belli corti anche, con pochi nomi, in modo che i nominati siano certi di venir eletti.
Ma non era lui che diceva che c’è già una legge elettorale che funziona ed è quella dei sindaci? Eppure quella legge prevede le preferenze! E allora? Cosa o chi gli ha fatto cambiare idea?
Come se non bastasse, nella bozza della legge elettorale non si parla più di abolire il premio di maggioranza, anzi! E stato fissato al 18% per chi raggiunga il 35% dei voti. Alla faccia della Corte Costituzionale. Per di più uno sbarramento altissimo, all’8%, lascia fuori i partiti più piccoli, per concentrare tutto il potere nelle mani di pochi. Sembra proprio un golpe politico, antidemocratico: con la scusa della stabilità si chiude la bocca alla minoranza, alle opinioni differenziate, inseguendo una omologazione da dittatura.
Il fascismo del 2000 non ha bisogno di bombe, quella è roba sorpassata, dimenticata…
Al punto che si possa chiamare questo obbrobrio di legge elettorale “Italicum”. Un nome che, per assonanza, fa venire i brividi nella schiena: chi non ricorda, infatti, la strage dell’Italicus, in quel tragico 4 agosto del 1974? Una bomba esplose all’1,23 di notte sulla vettura 5 dell’ espresso Roma-Monaco di Baviera, via Brennero. Ci furono 12 morti e 48 feriti, di cui alcuni molto gravi.
La cosa più inquietante è che su quel treno avrebbe dovuto esserci Aldo Moro, che doveva raggiungere la famiglia in vacanza a Bellamonte, in Trentino, ma che perse il treno perché fu raggiunto da alcuni funzionari del suo ministero che lo fecero scendere dal treno per firmare dei documenti. Ma pensa un po’…
Il giorno dopo, il 5 agosto, la strage fu rivendicata dal gruppo fascista “Ordine Nero” che dichiarava: “… Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l'autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti. …”
Un bel programma davvero, tipicamente vetero-fascista: violento, arrogante, prepotente e antidemocratico.
Che significa dunque dare questo nome a un progetto di legge come questo? E’ solo una mera coincidenza? Una svista, una gaffe, un atto mancato, una caduta di gusto e di stile? Con la scusa magari che lui a quell’epoca non era nemmeno nato? Ma che accidenti di politico è uno che ignora una tragedia come quella?? Che usa un nome segnato dalla violenza come quello, fra i tanti possibili?
E quel che è peggio è che le disposizioni contenute nel testo non sono meno violente, devastanti e antidemocratiche di quella esplosione.
Dobbiamo chiederci infatti che succederebbe se andassimo a votare con questa legge: che la casta dei partiti più grandi si autonominerebbe nei listini blindati, diventando di fatto una oligarchia e noi dovremmo solo fare da comparse nel ruolo di utili idioti, andando a votare e dando così una facciata di legalità alla cosa. Ma perché ciò non avvenga cosa dovremmo fare? Stare a casa e non andare al seggio? Abdicare ad un nostro diritto? Certamente no, anche perché le elezioni sarebbero comunque valide anche se alle urne andassero 4 gatti..
Dobbiamo continuare a lottare, a opporci, a gridare la nostra indignazione, riaffermando il nostro diritto di cittadini e di elettori di andare a votare in elezioni realmente democratiche, magari anche annullando la scheda, in modo che sia ben chiaro come la pensiamo. Forse può sembrare un atto dimostrativo poco appariscente, significativo, eclatante, ma non è da sottovalutare invece il suo messaggio.
E d’altra parte cosa possiamo fare? Personalmente non ho mai creduto nella reale possibilità di una rivoluzione. Il mio cuore magari ci ha sperato…uh, eccome! Ma il mio cervello ha sempre saputo bene che non c’era nessuna possibilità. Meno che meno adesso.
E del resto tutte le rivoluzioni del XX secolo hanno miseramente fallito. Mi fa male dirlo, ma è così. Non c’è mai stata nessuna età dell’oro da rimpiangere. Nessun paese guida da seguire. Lo abbiamo creduto, questo sì ed io ancora credo nella giustezza degli insegnamenti ricevuti, nel diritto di ciascuno di avere pari opportunità, equità e giustizia, ma mi sembra sempre più lontano il tempo in cui riusciremo a raggiungere quella meta.
Ieri, 21 gennaio, era il 93 anniversario della fondazione del Partito Comunista Italiano…tanti auguri…