Addio sogni di gloria, addio castelli in aria…

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 21/04/2013
Votazioni per il Presidente della Repubblica: il PD va in pezzi sull’onda di faide interne, che mettono in pericolo lo stesso CS. È il più plateale caso di suicidio politico degli ultimi anni.

In termini tecnici si chiama nikefobia, cioè paura di vincere, il disturbo che affligge da sempre la sinistra. Ma il PD ieri è andato oltre ogni più temuto limite e sulla candidatura di Prodi si è incredibilmente sbriciolato.

Cecità politica, stupidità, arroganza, paura del nuovo, soggezione nei confronti del cavaliere, vendetta o che altro ha potuto consigliare a un gruppetto di irresponsabili notabili del PD una mossa politica così maldestra come quella di trombare (ancora una volta!!) Romano Prodi, uno dei fondatori del loro partito? Chiunque sia stato a tramare questa mossa (anche se il nome di D’Alema - e non per caso - circola con molta verosimiglianza) non ha avuto abbastanza intelligenza da prendere in considerazione gli effetti a cascata che avrebbe scatenato: forse pensava che avrebbe solo isolato il segretario, affossandolo, magari emarginando la fazione opposta e invece la deflagrazione è stata enorme, polverizzando tutto. L’autore di tutto questo ora si trova in mano un pugno di mosche, un niente che non ha più né prestigio né futuro, con un elettorato che mai più gli darà il voto e la fiducia. Il vecchio detto un po’ bislacco “ s’è tagliato il naso per far dispetto alla sua faccia” trova una concreta incarnazione e personificazione.

I franchi tiratori sono stati ben 101 e se si pensa ai 90 voti dei renziani a Chiamparino, non ci vuole molto a capire da dove arriva questa bordata. Complimenti al rottamatore, che è riuscito a rottamare tutto, anche il suo stesso partito, mettendo in bilico tutto il CS. Vuol dire che sul muro di casa sua scriverà il motto che si trova su quella di Ludovico Ariosto “parva sed apta mihi”, piccola ma sufficiente per me. Certo che il suo egocentrismo e la sua voglia di protagonismo superano addirittura quelli del cavaliere, ed è tutto dire! E riesce a raggiungere livelli di cinismo perfino più alti.

Complimenti a lui e complimenti a Bersani, che non ha avuto abbastanza coraggio da smarcarsi da tutti quegli zombi – per dirla alla Grillo – dei notabili del suo partito e invece di proporre candidature a caso, di accogliere l’invito del M5S e votare una personalità come Stefano Rodotà.

E a questo proposito tutti noi che afferiamo all’area di CS ci chiediamo increduli perché questa possibilità non sia stata presa nemmeno in considerazione: una domanda più che lecita e ovvia, ma a cui nessuno del PD si è degnato di rispondere.

In realtà che caspita avrebbero potuto dire? Che non avevano tempo di fermarsi a pensare perché troppo impegnati a uccidersi a vicenda? Il fatto infatti è che c’era in atto uno scontro, una faida, un regolamento di conti all’interno del partito, che non consentiva troppi spazi di manovra a nessuno e che ormai è venuto platealmente a galla. E’ davvero una incredibile prova di una vergognosa mancanza di dignità e di rispetto nei confronti del proprio partito e del proprio elettorato, che mette i democratici ormai fuori da ogni credibilità politica, a meno di ulteriori sorprese, e che merita di essere punita alle prossime elezioni, rimandando a casa tutti questi personaggi impresentabili quanto quelli di destra, seppure in modo diverso.

Ora si ventila un raddoppio del settennato di Giorgio Napolitano: una ulteriore prova di un fallimento clamoroso di tutto il PD, di una mancanza di linea politica e di desiderio di un reale cambiamento, perchè è certo che se Napolitano accetterà di prolungare il proprio settennato il governo che verrà fuori sarà di larghe intese, cioè un governo di inciucio, proprio quello che tutto l’elettorato del PD e del CS non voleva affatto. La casta si è spaventata e adesso si stringe a coorte e fingendo di voler salvare il paese, in realtà si blinda, salvando solo sé stessa.

Intanto nel PD continua la frana: la Bindi si è dimessa da presidente del partito e Bersani ha rassegnato le sue dimissioni: che succederà adesso? Renzi si farà avanti e farà finta di non entrarci per niente in questa catastrofe? Come il ragazzino che ha rotto il vetro e fischietta indifferente con la fionda in tasca? Non ci dimentichiamo che solo poche ore prima dello sgambetto a Prodi il Renzi si era incontrato con Berlusconi…

E intanto il cavaliere riprende quota e nei sondaggi guadagna 4 punti …. Siamo daccapo! Siamo di nuovo dentro un incubo: se si andasse a rivotare adesso, infatti, è quasi certo che vincerebbe un’altra volta il caimano.

C’è da far cadere le braccia. Dunque, per colpa di una parte della dirigenza del PD, ancora una volta la vita di un intero paese, di milioni di italiani, sarà condizionata dalle scelte di una sola persona, che da 20 anni ci rompe le scatole coi suoi problemi giudiziari! E’ una follia, una aberrazione, una enormità! Ma se la sinistra scompare saremo sotto i tacchi del cavaliere per sempre, o almeno finchè non crepa.

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