Ieri, nel discorso di Capodanno, Napolitano ha ufficializzato le proprie dimissioni, ma è ormai da tempo che sui giornali e sul web impazza il “toto-presidente”: non c’è giornalista, commentatore o notista politico che non si misuri nel cercare di indovinare il nome del prossimo presidente della repubblica. Una bella gara, ma una scommessa che non è certo nuova: anche un anno fa, nell’ aprile del 2013, quando terminò il settennato di Napolitano, si scatenarono le ipotesi sul nuovo inquilino del Quirinale: ogni giornale, talk o dibattito politico sfoderò i suoi esperti per fare a gara su chi avrebbe azzeccato il pronostico.
Come sappiamo bene non ci fu nessuno che ci imbroccò, tutti i candidati vennero bruciati, alcuni anche in modo sanguinoso, come il povero Prodi, travolto dalla carica dei 101 dissidenti. Abbiamo assistito a vendette, esecuzioni plateali, scontri degni di un combattimento di catch o di valetudo, senza regole, senza pietà. Vecchi rancori e rivalità sono venuti fuori senza un minimo di riserbo, di pudore e di rispetto nei confronti dell’elettorato, di noi poveri spettatori di questi indegni scontri.
C’è da chiedersi cosa sia cambiato da allora, ma ci verrebbe da rispondere subito: proprio niente, almeno scorrendo le liste dei “papabili” proposte da Espresso, Repubblica, Corriere e Fatto quotidiano, i cui nomi ricorrenti sono più o meno gli stessi dell’anno scorso, dunque come allora nessuno di essi è in grado di raccogliere la maggioranza dei voti utili.
Eppure un accordo deve essere nel frattempo maturato, altrimenti Napolitano non se ne andrebbe. Ma quale sarà il nome che va bene a tutti gli schieramenti (meno i 5S, che diranno sempre certamente di no)?
Vediamo di capire se fra i nomi proposti dalle agenzie di stampa e dai giornali ce n’è davvero uno papabile.
Paolo Mieli, Bruno Tabacci, Enrico Letta, Stefano Rodotà, Mario Draghi, Luca di Montezemolo, Romano Prodi, Walter Veltroni, Giuliano Amato, Piero Fassino, Emma Bonino, Roberta Pinotti, Laura Boldrini, Piero Grasso, Sergio Chiamparino, Dario Franceschini, Pierluigi Castagnetti, Pierferdinando Casini.
Come già detto: nessuno di questi nomi raccoglie – almeno sulla carta, per quel che ne sappiamo noi – un numero sufficiente di voti che ne consenta l’elezione. Inoltre, come si dice per le elezioni al soglio pontificio: chi in conclave entra papa esce cardinale. Dunque ci sono buone probabilità che nessun nome di questa lista sarebbe quello giusto.
Inoltre sarebbe il caso di sfoltire ancora la rosa, togliendo i nomi che proprio non hanno la minima possibilità di elezione. Per esempio: Paolo Mieli chi potrebbe sostenerlo? Né il PD, né FI o NCD e tantomeno il M5S e così dicasi per Bruno Tabacci, o Veltroni, o Fassino, la Pinotti, la Boldrini , Chiamparino, Castagnetti o Franceschini.
Dunque vediamo chi resta: Enrico Letta… non credo che Renzi lo vorrebbe alla presidenza della repubblica, dopo avergli scippato la sua al consiglio! Certo, potrebbe essere una scelta tattica intelligente, che potrebbe compattare meglio il PD e non dispiacerebbe al cavaliere, visti i suoi rapporti con lo zio di Enrico, Gianni. Ma Renzi è incapace di sottigliezze politiche. E’ solo un accumulatore ossessivo compulsivo di cariche: avrebbe voluto restare anche sindaco di Firenze, oltre che presidente del Consiglio e segreterio del suo partito. Se potesse coprirebbe anche la carica di presidente della repubblica e non è detto che non si faccia votare qualche legge ad hoc in proposito. In questo è spregiudicato e accentratore esattamente come il cavaliere.
Stefano Rodotà: magari!! Ma stavolta non lo voterebbe nemmeno Grillo, figuriamoci gli altri! Rodotà è troppo un galantuomo, un signore, un uomo probo e colto: chi lo voterebbe in questo parlamento di nominati? Purtroppo non abbiamo speranza di vederlo su quella poltrona. Peccato. Per noi e per le istituzioni di questo paese.
Mario Draghi: non lo vorrebbe lui ( chi glielo farebbe fare di abbandonare un posto di prestigio come quello che occupa in Europa e nel mondo, per fare il presidente dell’Italia?) e poi non lo vogliamo noi: ci conviene che resti alla BCE, a salvarci il… lato B.
Luca di Montezemolo: ha già perso la presidenza della Ferrari, è stato un massacro con quella di Italo, lo stanno sbattendo a quella dell’Alitalia, tanto ormai è stracotta, ci manca solo che diventi presidente dell’Italia! Per favore non scherziamo! Lo preferiamo nella versione di Crozza, a giocare con Giulia Sofia.
Romano Prodi. Ehhh, qui c’è da ridere davvero. Se accetta di farsi fregare un’altra volta non è diverso da Charlie Brown quando Lucy gli porta via il pallone per l’ennesima volta.
L’uomo non è certo uno sciocco, tutt’altro. Ma è vanitoso e pensa davvero di essere insostituibile e di non aver fatto errori, come quello di entrare nell’euro pagando la moneta più di tutti gli altri paesi, di aver fatto a pezzi l’IRI per vendere le imprese statali che ne facevano parte a prezzi di favore ai privati (si veda la vicenda SME); di aver mal gestito l’Ulivo, per non parlare della sua ambigua attitudine a fare sedute spiritiche… ma è anche lui un ex democristiano e a quanto pare è un dato da non sottovalutare.
Giuliano Amato, il dottor Sottile. Un uomo per tutte le stagioni, un camaleonte di razza, nonché un pensionato d’oro, che non vorremmo mai vedere su quello scranno. Purtroppo non siamo noi a decidere, ma fortunatamente non piace nemmeno a chi dovrebbe votarlo.
Emma Bonino. Prima donna sul colle? Potrebbe diventare un fiore all’occhiello del fasullo politically correct del governo renziano, ma in realtà la signora è troppo indipendente - un “cavallo pazzo”- per poterle dire cosa fare senza discutere. Non è la donna che piace a Renzi…
Pietro ( o Piero) Grasso. Presidente del Senato, ex magistrato, famoso per il suo impegno contro la mafia… perché allora non ci piace? Forse perché come dice Travaglio “ Grasso è molto furbo, è un uomo di mondo, non ha mai pagato le conseguenze di un’indagine, si è tenuto distante da ogni indagine su legami tra mafia e politica, ha preso distanze da Caselli, ha ottenuto 3 leggi dal governo Berlusconi per far fuori Caselli e per diventare procuratore antimafia”. Già. Quelle leggi fatte contro Caselli dal cavaliere per favorire Grasso non ci sono piaciute. E anche tante cose delle sue inchieste non ci sono piaciute e se qualcuno vuol saperne di più, può leggere le documentate accuse di Travaglio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/27/lunedi-grasso-con-bugie/544126/
E comunque come seconda carica dello stato, come presidente del Senato, dopo le dimissioni di Napolitano sarà il reggente sulla poltrona del colle. Inoltre piace a Renzi e a Berlusconi e dunque forse ce la farà, chissà….
Pierferdinando Casini. Ha qualche probabilità? Forse no, ma è carino, beneducato, sempre elegantissimo, pacato e sorridente. Parla un ottimo italiano, ha fair play, sa fare il baciamano e certamente non è di quelli che raccontano barzellette scollacciate o fanno battutacce da caserma, non ci metterebbe mai in imbarazzo e sembra la personificazione dell’italiano secondo le descrizioni benevole che di noi fanno gli stranieri che ci amano. E’ uno che sa vivere, che potrebbe adattarsi a qualche aggiustamento politico senza far scandalo, che non farebbe capricci e ha un certo physique du rôle. Il fatto poi che non conta nulla non è un deterrente, ma anzi potrebbe essere un aspetto a favore e poi è un ex democristiano anche lui… chissà.
Qualcuno dirà: ma che caspita ce ne faremmo di uno così? E perché degli altri? Che caspita ce ne facciamo di un presidente eletto fra uno qualsiasi di questi designati?
Oggi è il primo giorno di gennaio del 2015, dopo un faticoso e doloroso 2014, ed è il momento degli auguri, degli auspici e delle speranze. Secondo il rituale scaramantico di ogni Capodanno speriamo come sempre nel miracoloso anno nuovo, salvo poi accorgersi che è lo stesso di sempre, riciclato alla bell'e meglio. Dunque perché sorprendersi se sarà così anche per il presidente?
La Costituzione però stabilisce che può essere eletto presidente qualsiasi cittadino/a italiano/a che abbia compiuto i cinquanta anni di età e che goda dei diritti civili e politici. Perché non ci candidiamo tutti? Hai visto mai che su 60 milioni di italiani non se ne trovi uno che chiuda la porta!?
AUGURI A TUTTI NOI PER UN SERENO FUTURO!