Bestialità…

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 16/07/2013
Calderoli offende la ministra Kienge paragonandola ad un orango. Siamo oltre il razzismo, siamo all’insulto personale gratuito e questo perché ormai c’è chi come lui si crede intoccabile. E’ necessario disilludere i prepotenti con misure e punizioni adeguate.

Il vice presidente del senato Roberto Calderoli della Lega ha detto della ministra Cecile Kyenge, durante un suo comizio "Amo gli animali, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango.” E detto da lui è davvero tragicamente comico.

Dal canto suo il ministro ha replicato: "Le parole di Calderoli non le prendo come un'offesa personale, ma mi rattristano per l'immagine che diamo dell'Italia. Credo che tutte le forze politiche debbano riflettere sull'uso che fanno della comunicazione". E ancora: "''Si faccia un confronto serio all'interno della Lega per capire se Calderoli ha intenzione di continuare la sua battaglia politica con le offese".

Subissato dalle critiche, Calderoli ha pensato bene di scusarsi, ma a modo suo ( tanto sa bene che un vicepresidente del senato non può essere cacciato, in nessun caso, e lo sanno benissimo anche quegli ipocriti che chiedono le sue dimissioni) "Ho parlato in un comizio – ha spiegato all'ANSA Roberto Calderoli - e  ho fatto una battuta, magari infelice, ma da comizio, questo è stato subito chiaro a tutti i presenti. Non volevo offendere e se il ministro Kyenge si è offesa me ne scuso, ma la mia battuta si è inserita in un ben più articolato e politico intervento di critica al ministro e alla sua politica. Fin dalla sua nomina - aggiunge Calderoli - la Lega ha espresso perplessità e critica, a viso aperto, nei confronti del ministro Kyenge. Intanto perchè ci è subito sembrata una scelta provocatoria nei confronti della Lega e delle sue battaglie. E poi perché Kyenge sta portando avanti questa battaglia dello ius soli, che tra l'altro non è nel programma di Governo. E allora mi pare corretto che in democrazia uno possa criticare apertamente. Per farmi perdonare - ha concluso - invito il ministro ad un dibattito alla Berghemfest nel mese di agosto, la tradizionale festa della Lega a Bergamo ma sappia che non le farò sconti sulle critiche al suo modo di fare politica dell'immigrazione e su quel che dice a proposito dello ius soli .” e poi in una intervista a Repubblica riprende la questione e spiega che lui è abituato a paragonare le persone agli animali. Insomma, ha uno zoo nella testa: “Quando vedo Enrico Letta, con quelle gambe lunghe, penso a un airone. Alfano mi ricorda una rana, la Cancellieri un cane San Bernardo, Saccomanni un papero, nel senso di Paperon de’ Paperoni”… patetico tentativo, ancora più ingiurioso….

La Lega ci ha abituato a ogni sorta di cose scandalose, in tutti questi anni – ben oltre le ruberie e gli abusi del “circolo magico” - a partire dalle battute offensive di Bossi sul tricolore, alle invettive razziste contro gli extracomunitari, per finire con quest’ultima offesa di Calderoli alla ministra Kyenge, stupida, volgare e gratuita. Viene da chiedersi perché chi doveva fermare la loro volgarità senza limiti non lo ha mai fatto, prendendo provvedimenti incisivi, severi e non limitandosi solo a tiepidi rimproveri, consentendo così che la vita politica del paese si adeguasse al loro bassissimo livello di barbarie culturale, il linguaggio si sbracasse diventando primitivo e perfino sgrammaticato e gli insulti personali diventassero la normalità nelle relazioni interpersonali.

Insulti personali che con la dialettica politica non c’entrano affatto ( è una critica politica paragonare la ministra a un orango??) e tanto meno possono essere coperti dall’immunità parlamentare, prevista dai Padri Fondatori per i reati di opinione. Certo quei signori – che uscivano da vent’anni di dittatura - non potevano nemmeno immaginare che questa forma di tutela e di garanzia sarebbe stato usata come un alibi vergognoso, per poter offendere impunemente gli avversari con volgari insulti, offese gratuite e ingiurie intollerabili. Ma è così ormai che stanno le cose ed è davvero incredibile, pazzesco, il livello di inciviltà di chi ci dovrebbe rappresentare. E dunque è inutile che Napolitano si mostri sdegnato e colpito, come se fino ad ora fosse vissuto all’estero. E non si fosse mai accorto che ormai tutti urlano offese a chiunque la pensi diversamente, senza mai cercare nemmero di capire le ragioni e le posizioni degli altri: dalla Lega ai 5 Stelle.

Eppure non è necessario essere degli acuti osservatori o dei sofisticati analisti: abbiamo anche assistito in parlamento a spintoni e manate fra deputati e senatori, di cui restano immagini e foto deprimenti e umilianti.

Lega 04

E adesso il viscido razzismo della Lega si palesa di nuovo in tutto il suo fanatismo ottuso e becero, vomitando tutta la sua rabbia violenta: basta leggere quello che ha scritto Matteo Salvini, vicesegretario della Lega e famoso per aver fatto, nel 2009, la proposta indecente sulle carrozze della metropolitana riservate a donne e milanesi. «Prima c'erano i posti riservati agli invalidi, agli anziani e alle donne incinte. Adesso si può pensare a posti o vagoni riservati ai milanesi» o alla «possibilità di riservare le prime due vetture di ogni convoglio alle donne che non possono sentirsi sicure per l'invadenza e la maleducazioni di molti extracomunitari». Tanto per capire di chi stiamo parlando.

Del resto il Salvini nello scorso maggio, commentando quanto accaduto a Milano, dove un clandestino ghanese impazzito ha ucciso tre uomini a picconate, non ci ha pensato nemmeno un minuto ad attaccare il neoministro all'imigrazione Cécile Kyenge, sostenendo che «i clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate (...) le aperture del ministro sono un cattivo segnale, un’istigazione a delinquere».

E adesso Salvini, prendendo le difese di Calderoli, ha scritto sul suo blog "la signora Kyenge, come la signora Boldrini, vanno battute e fermate con le idee, con le proposte, con la visione di un futuro e di una società diversi", e dunque "non con le battute". Secondo Salvini, Kyenge e Boldrini "sono politici pericolosi non perché belli o brutti, perché modelle o oranghi, ma perché sono pedine di un disegno che vuole cancellare le identità". E quanto questa affermazione sia pericolosa e fomenti i peggiori istinti di molti subnormali che si aggirano sul web, è chiaro a tutti.
Basta leggere i commenti ai vari articoli sulla vicenda Calderoli-Kyenge: c’è perfino chi sostiene che dovrebbero essere gli oranghi a sentirsi insultati!

Ma a parte questa volgare bagarre, quello che non è chiaro è perché i leghisti se la prendono tanto se gli extracomunitari diventano italiani: ma loro non sono solo padani? Non vogliono la secessione? Non vogliono la macro regione avulsa dal territorio italiano? E allora cosa gliene importa di quelli che invece vogliono essere italiani? Che amano la nostra patria e rispettano la nostra bandiera e si sentono e sono a tutti gli effetti figli del nostro paese? Perché vogliono mettere bocca in un argomento dal quale si sono volontariamente esclusi? Non usano il cervello e tanto meno la logica. Ma questo lo sapevamo già.

Il fatto è che in loro parla il razzismo più bieco, da Ku-Klux-Klan. Del resto Borghezio ne era un affiliato (e non è certo una eccezione ) ed è stato espulso dal suo gruppo, nel parlamento europeo, per il suo comportamento e per le sue “sparate”. Vanno rimandati a casa a vestirsi da carnevale con gli elmi cornuti, loro e le balle incredibili nelle quali credono: a cominciare da Alberto da Giussano, che non è mai stato alla battaglia di Legnano e forse non è nemmeno mai esistito. E in ogni caso a quel tempo nessuno era vestito così: gli elmi cornuti di quel tipo sono di altri popoli e di altre epoche…

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Sono tempi oscuri, venti pieni di intolleranza, di ignoranza e di fanatismo scuotono il mondo, non solo il nostro paese. E comunque basta grattare appena un po’ la vernice di tolleranza e di civismo per trovare spesso pensieri oscuri. A volte in persone insospettabili: è il caso di James Watson, scopritore della molecola del DNA e premio Nobel che sostiene che i neri sono meno intelligenti dei bianchi. E non dice solo questo! Ne ha per tutti: donne, gay e persone di colore.

Secondo quanto sostiene il The Sunday Telegraph durante un'intervista Watson avrebbe dichiarato «Se si potesse trovare il gene che determina la sessualità, e una donna decidesse che non vuole avere un figlio omosessuale, beh, io la appoggerei».

Watson ha suggerito anche un nesso tra colore della pelle e tendenze sessuali, sostenendo che le persone di colore avrebbero una libido più accentuata rispetto ai bianchi.
Nell'ottobre 2007 The Independent pubblicava una sua dichiarazione secondo la quale «I neri sono meno intelligenti dei bianchi» e che l'idea che «l'eguaglianza della ragione condivisa da tutti i gruppi razziali si è rivelata una delusione», tanto che «chi ha a che fare con dipendenti di colore pensa che questo non sia vero».

Al riguardo, Steven Rose, professore di scienze biologiche alla Open University e membro fondatore della Società per la responsabilità sociale nella scienza, ha commentato: «È la teoria più scandalosa di Watson. Ha detto cose simili sulle donne in passato, ma non lo avevo mai sentito trattare argomenti genuinamente razzisti».

Come si vede l’intelligenza non è necessariamente legata alla conoscenza scientifica: Watson sarà pure un premio nobel, ma non vuol dire che le sue conoscenze di biologia abbiano aperto la sua mente. Figuriamoci quando il razzista non ha nemmeno un barlume di sapere!

Il fatto poi che il presidente degli USA sia un afroamericano non significa che il razzismo sia stato debellato: è di questi giorni la sentenza vergognosa che ha assolto una guardia di quartiere che ha ucciso a fucilate un diciassettenne nero disarmato che passava di lì per caso, sostenendo che si era sentito minacciato dalla sua presenza. Ma basta vedere questo omone enorme e le foto dell’esile ragazzino per capire quanto la cosa sia assurda. Dopo la sentenza in tutta l’America è in atto una mobilitazione mai vista prima.

Forse dovremmo mobilitarci anche noi per il caso Kyenge: il razzismo è una brutta malattia, molto molto contagiosa e si comincia così: prima con le “battute” offensive e poi ci si ritrova tutti in un lager, con una stella cucita sul petto.

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