Auguri di un felice anno nuovo! E’ una formula tradizionale, una frase che si dice a tutti, che indirizziamo perfino a chi conosciamo appena. Ma sempre con minor convincimento.
Ormai i discorsi augurali vertono soprattutto sulla salute, l’unica cosa su cui possiamo parlare senza prendercela con i politici. Oddio: visto i tagli alla sanità … beh, lasciamo perdere…
Almeno per un giorno sveleniamoci un po’ e stiamo attenti a non parlare del governo, del presidente Napolitano, dello smaniante Grillo, del cavaliere inesistente e della sua corte agitata e bramosa, dei problemi di lavoro e delle tasse di tutti i tipi che ci schiacciano: in questo primo giorno dell’anno tentiamo di costruici intorno una bolla di silenziosa normalità, di serenità, di garbo e di buona creanza, qualcosa che non abbiamo più da un pezzo, insomma.
Almeno per un giorno facciamo finta che ci possa ancora essere un modo per tornare a una vita decorosa, con una prospettiva futura che non sia solo di disperato pessimismo, di rabbia e di voglia di rivalsa.
Almeno per un giorno all’anno proviamoci, perché si sa che “ quello che fai il primo dell’anno lo fai per tutto l’anno”. Balle, naturalmente, come la storia che le lenticchie portano soldi. Ma quando mai? E’ tutta la vita che mangio lenticchie il primo dell’anno e non ho mai vinto nemmeno con un gratta-e-vinci! Dimmi che sono buone e allora posso crederti, ma non farneticare di soldi. Non raccontiamoci balle, nemmeno in questo giorno di pausa dalla realtà.
Dunque, dicevamo: felice anno! Ma poi perché quest’anno dovrebbe essere più felice di quello passato? Non c’è un solo motivo per crederlo: tutto sembra esattamente uguale a prima. Ma noi vogliamo essere ottimisti a tutti i costi e pensare che un qualche cambiamento possa avvenire. Beh, una cosa certamente cambierà: la nuova legge elettorale. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale non possono più rimandare ancora, debbono decidersi a rifarla. Ma intanto cercano di intorbidare le acque, dicendo che senza un premio di maggioranza si tornerà a governi eterogenei e incapaci di avere una strategia precisa, degli obiettivi comuni, dei programmi chiari… è un film già visto e che ha portato alla attuale situazione. Come se fosse colpa del premio di maggioranza se c’è chi si è messo a rubare e a fare man bassa di ogni risorsa economica del paese! Noi vogliamo solo poter scegliere chi ci deve rappresentare, chi deve fare i nostri interessi, chi ci deve tutelare e invece loro continuano a nascondersi dietro un dito, ad accampare scuse stupide e banali… basta, avevamo detto che oggi non si parlava di politica, ma soprattutto di politici. Oggi è il primo giorno del nuovo anno, ci si scambiano solo auguri e felici auspici.
Dunque : Buon Anno nuovo… Ma come farà ad essere buono, ad essere diverso, se la gente che ci governa è sempre la stessa?O se quella nuova è vecchia come l’altra, vedi il nuovo segretario del PD?
Eppure ci sarebbe così bisogno di aria pulita, di un anno davvero nuovo e buono e pieno di cose fresche, esaltanti, divertenti, un anno pieno di speranze vere, di risate, di sorprese. Un anno come ne abbiamo avuto in altri tempi certamente più spensierati e sereni…
Mi piacerebbe che il mio augurio potesse essere veritiero, non fosse solo una vuota formula cerimoniale, delle parole in libertà, senza senso, senza un futuro. Che dirvi dunque, cari amici e compagni? Potrei citare uno che di dolore, di problemi, di mali fisici, di angosce e di delusioni politiche era un esperto: Antonio Gramsci. Ebbene il 1 gennaio del 1916, sulle pagine dell’Avanti! pubblicò un editoriale, in cui fra l’altro scriveva “… odio il Capodanno.Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno.”
E’ un buon proposito. E il primo gennaio è anche il giorno in cui appunto si fanno i propositi per il nuovo anno e questo mi sembra un proposito e un augurio sensato e confortante: non dobbiamo insomma affidarci alla fortuna, al destino o alla benevolenza e buona volontà di altri: possiamo essere noi artefici del nostro destino, riprendendo in mano il nostro futuro e facendo in modo che ogni giorno sia un capodanno, il principio di una riscossa. Solo così saremo sicuri che quello appena iniziato sarà davvero un Buon Anno Nuovo.