Ha vinto Pìgliaru, candidato della coalizione di CS, anche perché non poteva vincere nessun altro, siamo sinceri. Lo dico col massimo rispetto per Francesco Pigliaru, che stimo come professionista e come persona, infatti non solo lo conosco come collega dell’Università di Cagliari, di cui è attualmente pro-rettore, ma anche per aver fatto parte con lui di Progetto Sardegna.
Fu chiamato da Soru, quando era governatore della Sardegna, a coprire l’assessorato alla Programmazione e Bilancio, da cui si dimise con dignità per i continui scontri con Soru, nonostante Pìgliaru sia una persona paziente e garbata, che preferisce sempre un tono di voce sommesso e mantiene un basso profilo. Nessuno potrebbe sospettare che in gioventù abbia fatto parte di Lotta Continua! Certo non è un trascinatore di folle, non è un piacione, è vero, ma è una persona vera e soprattutto non è un narcisista.
Il suo progetto Master and Back, di quando era assessore, è poi una delle idee più belle che siano state proposte: i nostri giovani laureati venivano mandati a formarsi all’estero con un master e poi tornavano a casa con le nuove competenze e potevano godere di una seconda borsa di studio per mettere in pratica quanto imparato fuori dall’Isola.
Poi però la crisi, la mancanza di soldi e le solite tortuose pratiche burocratiche hanno stravolto il progetto. Ma i miei allievi che lo hanno sperimentato hanno avuto in effetti qualche possibilità in più rispetto agli altri. Mi auguro che ora che è lui ad essere governatore e può lavorare con tranquillità riprenda questa e altre idee. Sono fiduciosa, ed è questa l’unica ragione che in questa difficile circostanza mi rincuora : il mio voto è andato a una persona onesta e perbene, anche se mi ruga - avendo votato SeL - di aver incrementato sia pure di riflesso il PD di Renzi. Ma non c’era altra possibilità: o votavi Pigliaru, o restavi a casa.
Gli altri candidati in ogni caso erano davvero improbabili: Cappellacci, portato da Berlusconi è al momento indagato per il fallimento della Sept Italia e per la cosiddetta P3, ed è riuscito a scontentare e deludere tutti in questi anni del suo mandato.
Michela Murgia è stata candidata non si sa da chi né perché ( forse per aver scritto un romanzo altrettanto improbabile?, mah…), si è resa poco visibile e le volte che è uscita dal guscio è riuscita a collezionare un paio di figuracce niente male: una perfino con la Santanchè(!) e un’altra con un fuori onda davvero imbarazzante.
Mauro Pili, ex presidente regionale berlusconiano, ha fatto il giro completo di tutte le posizioni politiche per poi finire in una specie di “butto” di tutte le tendenze vagamente protestatarie, autonomiste e indipendentiste. Non saprei dire nulla degli altri due candidati, rappresentanti più o meno sé stessi e il proprio gruppo familiare.
Del resto in Sardegna, quando uno non sa con chi candidarsi, si inventa un partito autonomista o indipendentista. Non importa se non capisce un baffo nemmeno della differenza fra le due posizioni, tanto c’è sempre qualcuno disposto a dare il suo voto, perché diciamo che il governo centrale non è mai stato molto popolare qui da noi, visto che non è mai stato né attento né tanto meno determinante nella soluzione dei problemi dell’Isola e sono molti i sardi che vorrebbero staccarsi e rendersi autonomi.
Le ultime vicende poi hanno davvero esaurito quel poco di fiducia e di pazienza delle popolazioni isolane: le fabbriche che chiudono, incrementando a livelli spaventosi la disoccupazione, lasciano il governo indifferente e lontano, così come, dopo tante promesse, ancora nessun aiuto è in vista, nonostante i 18 morti nelle alluvioni di poche settimanea fa e la devastazione di vastissimi territori ( ma dove sono andati a finire tutti i soldi raccolti col 45505 e con vari concerti e manifestazioni??). Queste sono state certamente le cause principali di un astensionismo mai visto da queste parti: il 15% in meno degli elettori delle scorse elezioni regionali non è andato a votare, cioè: la metà quasi esatta degli elettori ha disertato sprezzantemente le urne.
Ma la cosa più grottesca è che a fronte di un elettorato decimato c’è un esercito di candidati: oltre 1500 distribuiti negli 8 collegi provinciali e spalmati in ben 27 liste. E questo considerando anche che il numero dei consiglieri è stato diminuito, per via delle nuove norme statutarie, da 80 a 60. Ci sarà da ridere nella corsa al posto! Ma agli elettori sardi interessano poco le vicende dei consiglieri senza poltrona. E giustamente.
Domenica era poi una giornata di sole meraviglioso, calda quasi in modo estivo (24 gradi a Cagliari) e senza un filo di vento e i cagliaritani se ne sono andati al mare, more solito. Anche nelle giornate più fredde, del resto, basta uno spicchio di sole per portare al Poetto, la spiaggia della città, tutti i veri cagliatani doc. Figurarsi in una giornata sbalorditiva come quella scorsa! E figurarsi poi se l’alternativa era andare a votare! Visto anche che la classe politica non è proprio popolare di questi tempi e non solo nella mia Isola.
A mezzogiorno aveva voltato poco più dell’11% degli elettori: era un dato veramente preoccupante! Sono andata a votare intorno alle 18 e la percentuale era ancora bassissima e ho visto che c’erano praticamente solo donne che aspettavano di votare: di uomini manco l’ombra. Una signora in fila con me mi ha confessato di aver dovuto trascinare letteralmente suo marito al seggio, per poi scoprire che si era limitato ad annullare la scheda. Le donne con cui ho parlato nel seggio erano in prevalenza orientate a sinistra e a votare per Pigliaru, ma poche avevano stima di Renzi.
Sono tornata a casa confusa: per la prima volta non riuscivo a capire chi avrebbe vinto. Sapevo chi non poteva vincere, ma non ero certa che l’unico candidato titolato ce l’avrebbe fatta. Una situazione davvero strana.
Ora c’è da chiedersi se la vittoria di Pìgliaru verrà strumentalizzata dal Renzi, se si farà bello delle penne del pavone, se attribuirà a sé stesso anche la salita del PIL, se insomma ricadremo nei deliri di onnipotenza che pensavamo di poterci lasciare alle spalle con la mummia del cavaliere.
Del resto che si tratti di deliri di onnipotenza lo abbiamo sentito tutti: promette grandi cose, una riforma al mese e di quelle fondanti, come la riforma del senato, quella del pubblico impiego, il problema del lavoro… l’impressione è che si faccia dei film che non esistono che nella sua testa. Lui crede forse sinceramente di essere Superman e di poter cambiare il mondo da solo e con 4 gatti come alleati - mentre FI, M5S e SeL che sono i gruppi più numerosi sono all’opposizione - ma purtroppo la realtà è un’altra e noi scopriremo presto amaramente che quelli che lui annuncia come realtà, sono solo sogni e che la gente si è fatta trascinare dal suo entusiasmo e dalla sua sicurezza. Del resto lo stesso Barca – in quella trappola telefonica con l’imitatore di Vendola ( ma non è da codice penale??) – ha ammesso che tutto questo è privo di idee “… non c’è un’idea, c’è un livello di avventurismo… non essendoci idee siamo agli slogans. Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perché vedo uno sfarinamento veramente impressionante…”
Mi auguro di aver preso un granchio… un granchio? Che idea! Quasi quasi mi prendo un paio di occhiali da sole e me ne vado al Poetto anch’ io ….