Alla lettura della sentenza nel processo per la morte di Stefano Cucchi, si è scatenata la rabbia e il dolore non solo della famiglia, ma anche del pubblico che era andato a seguire il processo: pene lievissime per i medici e gli altri assolti. Insomma: nessuno l’ha picchiato, nessuno l’ha lasciato morire nell’abbandono, di fame e di sete e senza alcun soccorso. Eppure è un fatto che nessuno abbia cercato di salvargli la vita. Pensavano forse che essendo un tossico dipendente fosse anche un disperato, uno che socialmente non contava nulla, non aveva dietro nessuno e quindi lo si poteva anche massacrare impunemente. E’ l’unica spiegazione possibile per quel comportamento indifferente e disumano ed è anche davvero terribile e apre abissi di orrore e ferocia imperdonabili.
Ma invece Stefano Cucchi aveva dietro di sé una famiglia socialmente, economicamente, culturalmente rilevante e che ha preteso di sapere la verità, ha fatto fare indagini, ha richiesto autopsie e denunciato coloro che ne erano responsabili e che lo avevano lasciato morire.
E’ cominciato così anche un forte movimento di opinione, c’è stata anche una commissione di inchiesta promossa dal Senato, presieduta da Ignazio Marino – attualmente candidato a sindaco di Roma – che ha stabilito che al momento del suo ingresso in carcere Cucchi presentava già gravi lesioni al volto, alla schiena e all’addome. Come mai?
Secondo i risultati di quella inchiesta, poi diventati capi di imputazione dell’accusa, il Cucchi venne picchiato violentemente ancora prima dell’udienza di convalida dell’arresto, la mattina del 16 ottobre 2009 (era stato arrestato per possesso di droga il giorno prima). Poi visto che le sue condizioni si aggravavano fu ricoverato all’ospedale “Pertini”, dove – sempre secondo l’accusa – non venne né curato né nutrito, e fu lasciato morire di fame e di sete, ignorando le sue condizioni gravissime. Erano passati solo pochi giorni: era il 22 ottobre e un ragazzo che il 15 ottobre era in buona salute era morto per cause ancora adesso poco chiare e senza che la famiglia potesse intervenire in alcun modo.
Una incredibile vicenda, che ha visto coinvolti nelle accuse gravissime sia gli agenti penitenziari, che gli infermieri ( che sono stati assolti), mentre i medici sono stati condannati a lievi pene e senza nessun riflesso sulle rispettive carriere professionali (anche se dubito che qualcuno ad oggi si farebbe curare da gente così). Ma ciò che è peggio è che nessuno è stato considerato responsabile delle lesioni subite da Cucchi, infatti le condanne ai medici si riferiscono solo al mancato soccorso.
Gli imputati erano 12: 6 medici, 3 infermieri e 3 agenti penitenziari, mentre le accuse erano: abbandono di incapace ( pena più grave, fino a 8 anni di carcere), abuso di ufficio, lesioni, favoreggiamento e abuso di autorità. Ma tutte le accuse sono cadute, lasciando in piedi solo il mancato soccorso, come dicevamo.
Insomma, a leggere la sentenza, dove nessuno ha colpa di niente, è normale chiedersi: ma allora come mai è morto? L’unica ipotesi, a questo punto, è che forse Cucchi ha fatto tutto da sé: si è picchiato, ha fatto uno sciopero della fame e della sete ed è morto. Amen. Del resto come sempre in questo paese non è mai colpa di nessuno e non importa se nessuno ci crede. Così questo è diventato il paese in cui i familiari di Cucchi escono dall’udienza piangendo, mentre gli accusati di un fatto turpe e bestiale come questo festeggiano in aula senza nessun pudore.
Del resto questo è un paese che finge di credere alla favola di Ruby nipote di Mubarak, alle feste eleganti con spettacolino annesso di travestimenti in “burlesque” ( ma questa gente hai mai partecipato a una VERA cena elegante??), al cavaliere che non sa nulla della telefonata di Fassino e Consorte e al fatto che lui poveretto è solo un perseguitato dalla magistratura politicizzata.
Questo è il paese in cui il ministro dell’Interno, nonché vice presidente del Consiglio, partecipa a una manifestazione contro la magistratura, in favore di un imputato di gravi reati e già più volte condannato. Questo è un paese in cui il maggior partito del CS che ha vinto le elezioni, si consegna nelle mani di chi ha perso e gli lascia ogni iniziativa. Questo è un paese in cui il PD si assocerà al PDL per varare il semipresidenzialismo e garantire l’elezione di Berlusconi a presidente della repubblica. Questo è un paese in cui l’unico che protesta a gran voce è un ex comico con crisi di nevrastenia acuta e complesso di persecuzione, padrone assoluto delle opinioni di quelli del suo partito.
Potremmo continuare a lungo, ma francamente non ne possiamo più di dire sempre le stesse cose e soprattutto di vedere che col passar del tempo non solo non cambia niente, ma tutto sta precipitando oltre il punto di non ritorno.
Questa è dunque una delle tante ciliegine sulla torta di melma di questo paese. Vediamo se la prossima sentenza nel processo a Berlusconi accenderà anche le candeline.