La cosa è cominciata nel 2012, quando il presidente del consiglio era Monti e quello della regione sarda era il forzista Cappellacci. E’ stato subito chiaro che si trattava di uno scambio: investimenti in cambio di cemento. Si parla di un progetto di rilancio della Costa Smeralda che prevede la costruzione di quattro nuovi alberghi nei 2300 ettari di proprietà del consorzio. Alberghi che al momento non si possono costruire perché il Piano paesaggistico regionale (Ppr) - voluto dal centrosinistra ai tempi della giunta Soru - non permette quelle volumetrie in quella zona.
Lo scambio si traveste anche da difesa dell’ambiente, valorizzazione delle risorse locali, ma anche di salvataggi di imprese disperate, come l’ospedale San Raffaele di Olbia, ad esempio, di cui scriveva a questo proposito già nel 2012 il giornalista Vito Biolchini: “Un mostro in riva al mare che rischia di rimanere chiuso per via del crac che ha travolto il gruppo di don Verzè. Il Vaticano ha comprato la struttura insieme al gruppo genovese Malacalza e a degli anonimi benefattori che da oggi… anonimi non sono più: il Qatar, appunto… Parte la strategia di comunicazione volta a far credere che non solo la Gallura ma tutta la Sardegna beneficerà del miliardo qatariota. Filiere agroalimentari, marketing territoriale, investimenti mirati nel sud Sardegna: a leggere i giornali con un miliardo di euro camperebbero tutti i sardi per chissà quanto tempo. Ma lo sapete quanto costa solo l’assistenza sanitaria nella nostra isola? Tre miliardi all’anno. Cosa volete che sia un miliardo? Niente… Bisogna allora convincere l’opinione pubblica sarda che i benefici che arriveranno saranno enormi su tutta l’isola. Farlo non sarà difficile: basterà solamente ricordare gli indicatori economici che contraddistinguono questa crisi e poi dire a voce alta: “E voi volete rinunciare a queste risorse in un periodo così duro? Ma lo vedete quanti disoccupati ci sono?”. A dirlo saranno ovviamente sprattutto quelli che possiamo indicare come i maggiori corresponsabili di questo disastro. Perché con la demagogia non si sbaglia mai, con la demagogia si va sul sicuro.”
Parole profetiche. Ormai è cambiato il presidente del consiglio e quello regionale sardo, ma non è cambiata la volontà politica e perfino Renzi ora ci inzuppa il pane e sollecita la nuova giunta regionale a firmare l’accordo quanto prima.
Faisal Bin Thani Al Thani, cognato dell’emiro del Qatar, ai primi di giugno è stato in missione prima a Cagliari poi ad Olbia, proprio per definire i dettagli dell’accordo. Sembra che l’emiro abbia una predilezione per l’Italia e la sanità italiana in particolare. L’ha confermato, a Milano, un altro componente della famiglia reale: Ali Bin Thamer Al Thani, cugino dell’emiro: «Siamo interessati ad altri ospedali. Quello di Olbia è solo il primo in cui siamo pronti a investire nel vostro paese».
Se l’annuncio sarà confermato dai fatti, la Gallura – come ha sostenuto Matteo Renzi – farà da apripista all’ingresso della ricca Qatar foundation nel mondo della sanità privata italiana. Ma soprattutto in quello della ricerca, con Qf che ogni anno investe nei laboratori sei miliardi di dollari. Perché tutta questa generosità? Davvero l’emiro è così interessato alla salute degli italiani? Evidentemente no. Se in Sardegna dare un po’ di spiccioli può voler dire costruire in Costa Smeralda oltre il lecito, pensate un po’ cosa si possono “comprare” a livello nazionale! La nostra sanità è così scalcagnata dopo i tagli operati da una serie di governi demenziali e la nostra economia è così disperata, che non sarà difficile cedere all’emiro altri bei posti del nostro paese, in modo che ci costruisca alberghi e resorts.
Saremo servi in casa nostra. E questo grazie alla nostra classe politica, tutta: regionale e nazionale.
Scrive Claudia Zuncheddu di “Sardigna Libera”, medico, nel suo blog:
“ Resterà una scelta condivisa da una classe politica pigra e succube, che passivamente continua ad affidare le sorti dei sardi a “governi amici”, a “multinazionali amiche”, a “Stati amici… ora arabi”. Tutti sul carro del vincitore Renzi, che impone alla Politica sarda: destra, sinistra & c.operazioni immobiliari e tempestività come oggetto di scambio e di ricatto per affari italiani e stavolta con il Qatar… Nessuno dei consiglieri della RAS ha opposto resistenza. Tutti hanno inneggiato ai finanziamenti stranieri in arrivo nell’isola. Poco importa se quel miliardo e duecento milioni di fondi sovrani dell’emiro, sono destinati aun investimento meramente immobiliare (160 milioni di anticipo e il resto sarà dilazionato in 12 lunghi anni) e che tutti gli altri costi in termini di finanziamenti, per l’organizzazione ospedaliera, ricadranno dolorosamente da noi sardi… oggi dai 60 consiglieri, politicamente variopinti sulla carta, non si è levata una voce critica su quel che sarà in futuro per i sardi la sanità pubblica. Nessuno ha rivendicato il diritto delle nostre colletività a salvaguardare i nostri poli di eccellenza esistenti, le nostre intelligenze scientifiche, le nostre avanguardie pubbliche mondiali, in primis quelle che hanno fatto sì che si allungasse e si migliorasse la qualità della vita dei nostri talassemici.
I circa 60 milioni di euro all’anno che la Regione Sarda si è impegnata a destinare all’ospedale privato dell’Emiro, sarebbero stati determinanti per garantire al meglio il diritto alla salute dei nostri cittadini, organizzando la Sanità territoriale per alleggerire, salvare e potenziare anche i nostri ospedali. Questo sarebbe stato, sì, segno di capacità di razionalizzazione degli investimenti e di lungimiranza politica.
Sulla questione del San Raffaele, sono forti le preoccupazioni tra i medici in tutti gli ospedali sardi e nei territori. Le preoccupazioni degli addetti ai lavori, non sono state colte neppure dalla nostra stampa che sino ad oggi, sulla questione del San Raffaele di Olbia, si è fatta portavoce, quasi esclusivamente del pensiero unico pro-Qatar.”
Ma tutta questa operazione, cosa porterà in termini di posti letto aggiuntivi? Cosa guadagneremo realmente?
Risponde la Zuncheddu ( che fra l’altro, come dicevamo, è un medico e dunque ne parla con cognizione di causa ):
“Due posti letto in cardiochirurgia, 2 in neurochirurgia e 2 in chirurgia vascolare, non possono giustificare o essere merce di scambio per la chiusura di ospedali locali e di centri di eccellenza internazionali, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come il Microcitemico. Con l’affaire San Raffaele e il miraggio di un polo di eccellenza sanitario, purtroppo a danno e scapito dei poli di eccellenza già esistenti nell’Isola, i sardi subiranno un’ennesima operazione immobiliare coloniale in nome di una “miglior salute”. Le risorse per il San Raffaele saranno sottratte alla sanità pubblica, compromettendo il diritto di noi sardi a un’assistenza gratuita e di qualità, da noi pagata, per agevolare gli investimenti immobiliari dei nuovi padroni della Costa Smeralda.”
Per il momento saranno i padroni della Costa Smeralda: cominciamo qui in Sardegna a fare le prove, come per il digitale terrestre o qualsiasi cosa che vada sperimentata “in corpore vili”, ma attenzione: come ha detto il portavoce dell’emiro, la sanità italiana gli interessa molto, perché può diventare merce di scambio, un lucroso passepartout per entrare ovunque in Italia. Del resto stanno comprando le periferie di mezza Europa! Stanno solo posizionando i pezzi sulla scacchiera, poi ci daranno scacco matto: del resto il gioco degli scacchi lo hanno inventato loro.