Che queste elezioni non fossero una cosa seria lo sapevamo già. Basta leggere il cosiddetto “Rosatellum bis”, che è una delle leggi elettorali più complicate, pasticciate, assurde che mente disturbata abbia potuto creare. Per non scontentare nessuno si è mischiato il proporzionale col maggioritario, si è deciso che le liste della Camera siano su base nazionale e quelle del Senato su base regionale, gli sbarramenti cambiano dal 3 al 10% ed è stato tolto il voto disgiunto. Insomma un massacro che penalizzerà certamente chi vuol correre da solo, ma getterà sicuramente nella confusione gli elettori meno avveduti e informati.
Però siamo in Italia, il carnevale è vicino e quello che non ci manca è un certo spirito goliardico e ironico, e davanti allo scempio della politica e alla truffa di una legge elettorale che non ha nulla di serio, la risposta è stata sorprendente e divertente e si è concretizzata in un ventaglio di incredibili proposte, una scelta di simboli assurdi in bilico fra il surreale, il grottesco, l’irriverente e la presa in giro.
I più fantasiosi sono il Partito delle buone maniere, il Movimento poeti d’azione , l’Italia di Mameli, il Partito valore umano, il Sacro romano impero, Forza Juve bunga bunga, Italia madre della Pivetti, Energie per l’Italia con 3 lampadine di Stefano Parisi, etc. etc. I fuoriusciti del M5S hanno fondato un loro movimento dal nome emblematico 10 volte meglio; e la lista di Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice, sfoggia nel simbolo un’ orma di scarpone. Su un versante assolutamente opposto il Rinascimento di Sgarbi, che esibisce l’immagine raffinata delle mani di Adamo e di Dio nel momento del tocco della creazione dell’Uomo, tratto dall’affresco di Michelangelo nella volta della Cappella Sistina.
Su un versante meno folkloristico, ma ugualmente velleitario ci sono le formazioni dell’estrema sinistra: abbiamo un gruppo nato da una costola trotzkista di Rifondazione comunista che si chiama Per una Sinistra rivoluzionaria ( e quel pugno ricorda, ma graficamente più grezzo, il magnifico simbolo di Lotta Continua, che ormai non c’è più); fra i simboli c’è anche un obsoleto Partito Comunista; e poi i Liberi e Uguali di Grasso e la Lista del Popolo di Ingroia, che vista l’immagine di un cavaliere su un cavallo più che di un uomo del popolo sembrerebbe trattarsi di un giocatore di polo. E’ la famosa “mossa del cavallo” quella che dovrebbe sparigliare i giochi?…mah… e poi c’è anche Potere al popolo di una certa Viola Carofalo, una sorta di Robin Hood in gonnella. Per quelli della mia età il ricordo di “Servire il popolo” è immediato.
Sempre a sinistra, ma è più difficile da localizzare precisamente dove e affianco di chi, c’è Europa di Emma Bonino.
E poi purtroppo è presente anche l’estrema destra: Casapound e Forza Nuova, nonché il partito di Adinolfi, Il popolo della famiglia , il cui unico scopo sembra quello di allontanare i gender dalla scuola: con tutti i problemi della scuola italiana, è davvero un traguardo fra i più miserabili, inutili e insensati. E c’è persino un sedicente Blocco nazionale, cripto monarchico ( ma questi monarchici li hanno ben visti i Savoia? Si rendono conto di chi sono, di chi sono sempre stati?È incredibile!)
In questa variegata carrellata, abbiamo volutamente ignorato i partiti maggiori, le coalizioni numerose, non perché non siano folkloristici e/o grotteschi, che anzi più di tutti raccolgono le peggiori tendenze di questo paese, ma non fanno sorridere, non sono né fantasiosi né divertenti, sono solo marci di potere, e meritano un discorso a parte, molto diverso.
Qui abbiamo solo voluto giocare: i simboli presentati sono stati 103, ma ne sono stati accettati 75: meno la gente va a votare e più aumentano i simboli fantasiosi quanto le aggregazioni, i movimenti, i gruppuscoli, i partitini e le associazioni che rappresentano. Questa tendenza dovrebbe far riflettere i politici sullo stato di intolleranza e disaffezione degli elettori alla politica diciamo così “tradizionale”, ma immersi come sono nei loro squallidi giochi di potere pensano di poterlo ignorare, sicuri di poter durare per sempre. Lo pensavano anche gli aristocratici francesi prima del 1789, poi si sono ricreduti, davanti alla ghigliottina…
Barbara Fois