Un sabato italiano

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 13/05/2013
Mentre il PD cercava di rimettere insieme i pezzi ed eleggeva Epifani alla segreteria del partito, a Brescia il cavaliere radunava i suoi in piazza contro la magistratura. Normale routine di un sabato qualunque

Un sabato qualunque, un sabato italiano, con da una parte l’assemblea del PD – che, in cerca di un segretario, cerca di ricompattararsi dopo gli ultimi avvenimenti burrasconi che lo hanno portato sull’orlo di una scissione, forse anche di una diaspora infinita – e dall’altra la solita mise en scéne del cavaliere, che sbraita come sempre, come fa da anni, contro le “toghe rosse”, che lo processano per una incredibile varietà di reati, e canta la vecchia canzone del perseguitato, con l’aria drammatica da Gloria Swanson in “Viale del tramonto” , quando dice la patetica battuta “Niente primi piani, per oggi, signor De Mille…”. E come non bastasse, con una faccia di tolla incredibile, si associa alla vicenda del povero Tortora!

Ma stavolta non è proprio stato il solito miserabile sabato italiano, vuoi perché nel PD, con buona pace del neo segretario Epifani, non si è sanato proprio un bel nulla, ma soprattutto perché a dar manforte al cavaliere è sceso in piazza anche Alfano, dimentico di essere non solo il vice presidente del consiglio, ma soprattutto il ministro degli Interni. Ho detto IL MINISTRO DEGLI INTERNI!! Che manifesta contro la magistratura!!! Ma ci rendiamo conto della follia schizofrenica che si è raggiunta a livello politico-istituzionale??

Quello degli Interni è il ministro da cui dipende la difesa dell’ordine pubblico, che coordina le forze di polizia e che tutela i diritti civili dei cittadini, dovrebbe essere dunque neutrale, equidistante, equilibrato, non fazioso, almeno formalmente, e invece scende in piazza come un qualsiasi “descamisado” al fianco di Berlusconi, si scaglia contro la magistratura per difendere gli interessi di un cittadino più volte inquisito, già condannato e di nuovo sotto processo e per reati gravissimi. Inaudito, in qualsiasi paese civile!

Se Letta e gli altri ministri del PD presenti nel governo avessero un pizzico di dignità e una spina dorsale dovrebbero come minimo chiedere le sue dimissioni immediate per indegnità. Le sue dimissioni e quelle dei ministri come Quagliariello che sono andati a Brescia. Letta invece si è limitato a dire che la prossima volta che vanno in piazza lui si dimette. Capito?? Minaccia di dimettersi! Non minaccia di cacciarli via a pedate, non dice che con della gente così impresentabile e che dimostra in modo così plateale di non voler nemmeno provare a cambiare, non c’è più nulla da dire e soprattutto non ci sarà certamente niente da fare! E che proverà a fare un altro governo, con tutte le opposizioni piutosto. Non ci pensa neanche.

Per una volta – mi dispiace dirlo – ha avuto ragione Renzi quando nell’assemblea del PD ha detto che è importante stabilire “ se questo governo lo guidiamo o lo subiamo. Perché se lo subiamo stiamo regalando l’ennesimo calcio di rigore a Berlusconi…” Ecco, è appunto quello che stanno facendo. Ma ci ha pensato Letta? Ci ha pensato che sta giocandosi il futuro non solo del suo partito, ma del CS nel paese? Per il momento si è limitato a dire che quello che è successo “…ieri a Brescia è inaccettabile e non si può più ripetere perché le ricadute negative sul Governo sono superiori alla capacità di tenuta dell'Esecutivo". I rappresentanti del Pdl hanno risposto a tono e a muso duro, rivendicando il diritto di difendere il Cavaliere come gli pare. Come si vede erano proprio molto colpiti dalle parole di Letta, veramente preoccupati, spaventati addirittura…assurdo!!!

Ma lui ancora si piega a trattare, e però ogni volta che scende a patti, invece di rispondere a muso duro, riparte da un gradino sempre più basso, come è ovvio. Alla fine si raggiunge un compromesso: i ministri non parteciperanno più ai comizi elettorali e alle trasmissioni tv (a meno che non parlino delle questioni relative all'attività dei loro dicasteri), almeno fino a dopo le vicine amministrative.

Poi i 21 ministri e Letta partono tutti - “per fare spogliatoio” (??) - in scampagnata/ritiro all’abbazia di Spineto, una struttura che appartiene alla famiglia Tagliapietra: uno degli eredi è sposato con Marilisa Cuccia nipote del banchiere Enrico Cuccia. Qui il premier Enrico Letta, insieme a Maurizio Lupi (oggi ministro nel suo Governo), nel 2011 organizzarono una riunione di giovani parlamentari di maggioranza e opposizione alla quale partecipò l'attuale presidente della Bce Mario Draghi, all'epoca governatore di Bankitalia. E’ tutto chiaro? Nel caso che qualcuno sperasse ancora in qualche cambiamento sostanziale di rotta, con l’attuale governo.

 

letta e Berlusconi

Intanto nel sabato italiano c’è posto anche per Vendola, che parla in piazza Santi Apostoli, a Roma, insieme a Rodotà, ormai portato in giro come la Madonna pellegrina, per testimoniare che c’è ancora qualcuno che è di sinistra ed è persona attendibile e di tutto rispetto.

E dire che una volta solo la destra aveva bisogno di Madonne pellegrine per essere credibile…

A guardarsi intorno, a fermarsi solo a quello che succede nella casta e nei partiti sembra che sia sempre lo stesso panorama deprimente: il paese impoverito economicamente, culturalmente, intellettualmente, continua a cadere sempre più nell’analfabetismo di ritorno, nell’arretratezza, nel bigottismo, ormai reso torbido, stupido, stolido, amorale da modelli di riferimento comportamentale sempre più volgari, dozzinali, cinici. Una scuola e una Università sempre più povere e scalcinate, derubate delle poche risorse, che finiscono in gran parte nel settore privato. Una sanità sempre più classista, dispendiosa e arretrata. Una informazione sempre più omologata, più vaga e imprecisa, sempre più di parte e allineata su posizioni di retroguardia; una TV imbesuita da reality continui e di ogni genere, ormai presenti su ogni emittente televisiva, sempre più degradanti, diseducativi, stupidi… e allora che c’è di diverso? C’è che la gente si è stufata: i reality hanno sempre meno pubblico, gli studenti protestano e i cittadini ricominciano a scendere in piazza, a gridare la propria indignazione e la loro rabbia. Letta e il PD non dicono niente a Berlusconi che va a Brescia? Ci pensa la gente a gridarglielo, a innalzare cartelli di protesta, duri ma anche pieni di fantasioso sarcasmo. E’ questa gente che grida “NO! Noi non siamo questo schifo! L’Italia è altro! Può essere altro, DEVE essere altro! Noi la cambieremo!” Ci riuscirà, malgrado tutto? Chissà… Ma in questo sabato qualunque, in questo sabato italiano, come nella canzone di Sergio Caputo, la notte sembra proprio un dirigibile che ci porta via lontano, verso i nostri sogni e le nostre speranze.

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