Vento di destra, odore di restaurazione. Renzi il democristiano ha vinto le primarie per la segreteria del PD. E a questo proposito sul web gira una battutaccia salace che dice “Renzi eletto segretario del PD… beh, per 2 euro che ti aspettavi?”. Acidamente vera!
Ma la domanda seria che dobbiamo farci è: chi lo ha eletto? E non ditemi gli iscritti al PD! Chiunque abbia avuto esperienza di militanza in un partito sa benissimo che ad eleggere il segretario sono gli iscritti, quelli che hanno la tessera in tasca da almeno 6 mesi - 1 anno, e non quelli che si iscrivono online due giorni prima e magari non hanno mai visto una sezione di partito. Che significano le primarie fatte così? Ma insomma, i signori del Rotary o le signore della FIDAPA secondo voi lasciano ad estranei l’elezione dei loro segretari? Non credo proprio! Perfino per le primarie della Lega il voto era consentito solo agli iscritti e da almeno un anno!
Le primarie aperte a tutti hanno senso quando si parla di scegliere il candidato premier di una coalizione di partiti e movimenti dello stesso schieramento e in previsione di elezioni politiche o regionali, ma per eleggere il segretario di un partito che senso hanno le votazioni estese a tutti? Trovo la cosa molto sospetta: in questo modo, infatti, e al modico prezzo di soli 2 euro, si possono eleggere i personaggi che fanno più comodo e magari anche a uno schieramento diverso o addirittura opposto!
Sono una malfidata, d’accordo, ma come si spiega però che nei vari sondaggi fatti da giornali e siti web e nelle sezioni del PD vincesse e largamente Civati, mentre con queste primarie aperte a tutti ha stravinto Renzi?
A questo proposito leggiamo sul sito di Gad Lerner (http://www.gadlerner.it/2013/11/30/confronto-pd-per-sondaggi-e-twitter-vince-civati ): “Il “Confronto PD” organizzato ieri da SkyTG24 tra i tre candidati alla segreteria dei Democratici, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Matteo Renzi, si è svolto ieri con toni piuttosto soft, evidenziati dalla maggior parte dei commentatori. Il pubblico ha dimostrato di apprezzare di più Pippo Civati, arrivato terzo alle Convenzioni ed al momento ultimo nelle poche rilevazioni sulle intenzioni di voto svolte in vista delle primarie dell’8 dicembre. L’unico sondaggio scientifico sul confronto PD di venerdì 29 novembre 2013 è stato condotto dall’istituto Quorum per “La Stampa”. Il candidato preferito è stato appunto Pippo Civati, che è stato giudicato il vincitore dal 37,9% dei partecipanti all’instant poll realizzato dal quotidiano torinese. Ad un’incollatura è arrivato Matteo Renzi, che ha ottenuto le preferenze del 36,8%, mentre Cuperlo è finito terzo e piuttosto distante dagli altri due candidati, con il 18,4%. Nessun vincitore per il 6,9%. Il successo di Civati è stato costruito grazie ai giovani, che hanno tributato un ampio vantaggio al parlamentare brianzolo. Tra gli iscritti ha vinto Civati ma il secondo è stato Cuperlo, mentre Renzi ha chiuso terzo. Il sindaco di Firenze ha invece vinto nelle fasce più anziane del voto, ennesimo segnale della diversa percezione che l’elettorato democratico ha del sindaco di Firenze. Tra i non iscritti, la maggioranza del campione, ha invece ottenuto il successo il sindaco di Firenze, con un 38,5%, di poco superiore al 36,4% del suo ex compagno di rottamazione Civati. Cuperlo invece è finito molto distante al 14,4%. A livello geografico Renzi vince al Nord, mentre Civati conquista le “Regioni rosse” ed il Sud. Distante in tutti tre i territori Cuperlo. Sky e Repubblica hanno condotto rilevazioni senza valore scientifico, che però confermano le dinamiche di consenso rilevate da Quorum. Per Sky c’è stato una chiara vittoria di Renzi, mentre per i lettori del sito di Repubblica invece il successo è stato conquistato in modo piuttosto netto da Civati.”
Allora, rifaccio la domanda: chi ha eletto Renzi? Cosa c’è dietro questa vittoria? Certo, c’è anche una manovra interna per liberarsi di D’Alema e del suo enturage e di tutta una classe dirigente che veniva dal PCI e che ha gestito il partito fino ad ora (e a questo punto si capisce anche il motivo del ritorno al voto di Prodi - che doveva rendere la sberla subita per le elezioni del presidente della repubblica - e la sua soddisfazione). Ma non basta. Non è certo che dietro a questa vittoria ci siano solo beghe interne di partito e che a votare sia stato solo il popolo del PD e questo fa una grossa differenza, perché: chi gestirà il centro sinistra, chi detterà le linee politiche del governo? Chi c’è davvero dietro a questa vittoria?
Sono domande che provocano inquietudine, soprattutto nel momento in cui Grillo e Berlusconi battono le stresse strade antieuropeiste e usano gli stessi sistemi fascisti di intimidazione nei confronti della stampa e dell’informazione in genere. Nel momento in cui il ministro dell’Interno Alfano parla di una nuova prossima ondata stragista da parte della mafia e nella Lega vince il reazionario Matteo Salvini, famoso per aver proposto di usare vagoni della metropolitana riservati per donne e milanesi: «Prima c'erano i posti riservati agli invalidi, agli anziani e alle donne incinte. Adesso si può pensare a posti o vagoni riservati ai milanesi» o alla «possibilità di riservare le prime due vetture di ogni convoglio alle donne che non possono sentirsi sicure per l'invadenza e la maleducazioni di molti extracomunitari». Anche lui razzista, antieuropeista e convinto detrattore dell’euro.
Dunque, come dobbiamo leggere questa svolta reazionaria nella politica italiana, cosa dobbiamo attenderci da un cambio di guardia che apparentemente sembra innovatore, ma solo perché i protagonisti sono giovani? E noi sappiamo bene che non è l’anagrafe che garantisce la novità politica. Dove ci porterà tutto questo? E come sarà la nuova legge elettorale? Cosa escogiterà per riuscire a blindarsi di nuovo la novella casta?
Intanto la gente, consapevole che i giochi di potere la riguarderanno ancora una volta solo negativamente, sta cominciando a scendere in piazza con una determinazione nuova, dettata dalla disperazione crescente e dalla certezza di essere stata abbandonata anche da questo governo.
Un vento di rabbia e di disperazione scuote l’Italia da Torino alla Sicilia e il cosiddetto “popolo dei forconi”, costretto a chiudere le piccole attività, strozzato dalle tasse e da Equitalia, licenziato o cassaintegrato da industrie che chiudono, sta cominciando a inscenare una protesta disperata, che può degenerare, se la si rende facilmente manovrabile e controllabile, infiltrando al suo interno provocatori di destra, come già sta succedendo con Ordine Nuovo.
D’altra parte non è possibile che il governo di un paese, in crisi come il nostro, continui a prendere misure penalizzanti solo per i ceti medio bassi, tutelando esclusivamente i privilegi dei ricchi e pensi poi di farla franca ancora una volta. Si può, insomma, tassare tutto meno i grandi patrimoni? Si può spremerci fino all’ultimo centesimo e poi lasciare che il gioco d’azzardo non paghi il dovuto? Equitalia vale solo per i poveri?
Ma un segnale di novità nello scontro di piazza a Torino e a Genova l’hanno dato i poliziotti, quando si sono tolti il casco antisommossa davanti ai dimostranti. Un segnale di distensione che - nonostante il tentativo di minimizzarlo da parte degli ufficiali superiori - è apparso invece subito un gesto di solidarietà. "Condividiamo e plaudiamo al gesto di quei poliziotti che si sono tolti i caschi in segno di solidarietà con quella parte dei manifestanti che ha pacificamente mostrato il proprio disagio per la grave crisi che attraversa l'Italia", commenta il segretario nazionale dell'Ugl Polizia di Stato, Valter Mazzetti. "Togliersi il casco - aggiunge il segretario del Siulp, Felice Romano - in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma".
Mentre la politica ufficiale, dunque, gioca ancora a prenderci in giro, come sempre facendo finta di cambiare tutto perché tutto resti uguale, la gente stufa e stanca scende in piazza e stavolta anche la polizia non ci sta a fare da “castigamatti” a chi protesta per disperazione.
Questo è il vero segno di un cambiamento, che non andrebbe sottovalutato dai signori della nuova casta.