“Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo s’incomincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato!”
Queste parole dello scrittore ceco Milan Kundera si attagliano in modo particolare al nostro Paese, dove da troppo tempo è in corso un processo di liquidazione della memoria e di cancellazione della dimensione di senso della nostra storia. Il 5 aprile è stato compiuto un passo significativo per la liquidazione della cultura antifascista, posta a fondamento della Costituzione e dell’identità della Repubblica italiana e per la sostituzione con un’altra cultura di segno opposto con l’approvazione della legge che istituisce la “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini”.
Il 20 luglio del 2000 fu approvata una legge che istituiva il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. L’art. 1 prevedeva: La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.” L’art. 2 prevedeva una serie di iniziative per riflettere su quanto è accaduto “in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere”.
Adesso questa memoria è stata cancellata e sostituita da un’altra memoria: la Repubblica celebra un evento opposto, la battaglia di Nikolajewka (26 gennaio 1943), per ricordare l’eroismo dimostrato dal Corpo degli Alpini, cioè dal corpo di spedizione italiano inviato in Russia da Mussolini per sostenere l’aggressione della Germania nazista contro l’Unione sovietica. Contestualmente la giornata si propone di “promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano.” In altre parole, facendosi scudo del Corpo degli Alpini, è stata introdotta una sorta di celebrazione del sovranismo, cioè di una impostazione politico-culturale antitetica all’antifascismo.
Il 26 gennaio, più che il giorno della memoria, dovremo celebrare il giorno della vergogna.
La Presidenza del CDC