Italia sempre più simile all’Ungheria

di Loris Campetti - ilmanifestoinrete.it - 01/04/2024
Editori e editorialisti della stampa borghese si sgolano a spiegare quotidianamente che il muro di Berlino è caduto sulla testa dei comunisti, e allora cos’è adesso tutto questo casino ribellistico?

“Aiuto, c’è un comunista nel mio bagno”, dice Cipputi guardandosi allo specchio. Pensavamo che la mitica matita di Altan avesse scritto la parola fine sulla presenza del comunismo in Italia. E invece non c’eravamo accorti che i comunisti sono improvvisamente risorti e come un virus stanno infettando le scuole, le università e le piazze del Belpaese. Per evitare che la malattia assuma il carattere di una pandemia la destra italiana si è messa l’elmetto lanciando l’allarme disperato e aprendo la caccia all’Araba Fenice. Per fortuna è una destra a maggioranza no vax altrimenti costringerebbe 59 milioni di persone a vaccinarsi.

Ma dov’è il pericolo, dove si nasconde e chi sono gli untori? Il male è ovunque, i capifila tra gli infetti sono gli studenti. Pretendono la fine dei bombardamenti sulla popolazione inerme di Gaza, chiedono di cessare i contratti di collaborazione scientifica con le università e i centri di ricerca israeliani, vogliono che i rettori escano dai comitati scientifici della fondazione Med-Or presieduta dall’ex post-comunista guerriero Minniti della società Leonardo che con Israele scambia più armi che informazioni scientifiche. Si richiamano, questi comunisti in nuce, alla Costituzione che ripudia la guerra e impone di non vendere armi ai paesi belligeranti. Con queste pretese occupano le università e nelle strade aggrediscono poliziotti e carabinieri lanciando le teste e i corpi contro gli incolpevoli manganelli. Tutti comunisti, come quelli che denunciano il #MeToo nelle scuole di cui sarebbero colpevoli tanti docenti ai danni dei loro allievi e collaboratori, borsisti e assistenti. Comunisti e, naturalmente, antisemiti perché condannano la politica del governo israeliano e del suo capo Netanyahu. Come negarlo, dal momento che usano contro “l’unica democrazia del Medioriente” parole come genocidio? Anche tanti ebrei critici con Tel Aviv vengono ormai tacciati di antisemitismo.

E ci si mettono anche presidi e insegnanti che in una scuola milanese in cui la metà degli allievi è musulmana si permettono di utilizzare l’autonomia degli istituti scolastici per decidere di sospendere le lezioni nell’ultimo giorno di Ramadan, quando le aule comunque si svuoterebbero. Non basta, il virus ribelle si estende anche alle aule di giustizia dove i magistrati si permettono di indagare su ministri e sottosegretari, magari con la scusa che evadono il fisco, truffano lo stato oppure prendono a pistolettate i loro stessi ospiti durante il cenone di Capodanno. Ma sono matti? Probabilmente sì, e allora perché non imporre un test psicoattitudinale a chi pretende di entrare in magistratura per giudicare gli altri? Detto fatto, uno dei due rami del Parlamento ha già detto sì al test.

Si potrebbe continuare nell’elenco delle guerre dichiarate all’insorgente comunismo che si insinua ovunque. L’informazione va normalizzata, si parte con la Rai imponendo amministratori, showmen, anchormen (e women) di provata fede governativa, si prosegue con il tentativo di vendere la seconda agenzia di stampa, l’Agi di proprietà dell’Eni (il gigante petrolifero controllato dal ministero del tesoro), a un senatore fratello d’Italia e di Giorgia Meloni già proprietario di 3 o 4 testate di destra e di innumerevoli cliniche private. Chi denuncia il rischio di pensiero unico e di conflitto d’interessi se non è proprio comunista come Bersani è in malafede.

Quelli che abbiamo elencati non sono casi separati ma pezzi di un unico puzzle, figlio di un disegno che sempre più avvicina l’Italia all’Ungheria, criminalizza il dissenso e il conflitto, cancella il bilanciamento tra i poteri dello stato pretendendo di riportarli sotto il controllo dell’esecutivo. Ma l’aspetto più preoccupante è il tentativo di militarizzare le scuole e il paese  ̶  sempre più contrario ai rigurgiti bellicistici del governo e di gran parte della politica, sempre più inascoltato  ̶  con una progressione di bellicismo e contestuale riarmo ai danni di ciò che resta dello stato sociale. È contro questo processo che sono ritornati in campo gli studenti che svolgono un ruolo meritorio di risveglio di un paese assopito, al di là di possibili semplificazioni che talvolta possono accompagnarne la lotta. E un altro attore sta scendendo in campo in difesa dei diritti del lavoro, della salute, della sicurezza e della Costituzione: la CGIL. Altri comunisti pericolosi. Editori e editorialisti della stampa borghese si sgolano a spiegare quotidianamente che il muro di Berlino è caduto sulla testa dei comunisti, e allora cos’è adesso tutto questo casino ribellistico?

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