L’avvocata esprime critiche contro l’Ispettorato del Lavoro (Inl), definendolo inefficiente, e viene segnalata all’ordine professionale. Giuliana Quattromini, legale napoletana impegnata in molte cause in difesa dei lavoratori, ora dovrà difendere sé stessa di fronte al consiglio di disciplina dell’Ordine degli avvocati. Il direttore dell’Ispettorato per l’area metropolitana di Napoli non ha tollerato le severe valutazioni che Quattromini ha esposto lo scorso 8 marzo durante un convegno. Dichiarazioni poi riprese dal quotidiano online ilDesk.it.
Innanzitutto, l’avvocata ha affermato che tante segnalazioni inviate all’Ispettorato restano purtroppo inevase. Il direttore assicura che l’ente, al contrario, malgrado l’ormai conclamata carenza di organico, affronta tutte le istanze “con la massima celerità”. Quattromini, tuttavia, ricorda una serie di diffide che lei stessa ha spedito negli anni anche all’Ispettorato, le quali non hanno avuto risposta. In sostanza, tutte le volte che scrive alle aziende per rivendicare diritti negati ai lavoratori, mette tra i destinatari anche l’Ispettorato, ma questo – nell’esperienza dell’avvocata – raramente si è poi mosso. Ancora, la legale ha fatto notare come spesso i verbali di conciliazione sono “imposti” ai lavoratori, che in pratica li accettano non per volontà ma per evitare ritorsioni. In questo caso, chiarisce Quattromini al Fatto, “la critica è rivolta non all’Ispettorato ma alle aziende che obbligano i dipendenti ad accettare le conciliazioni, e infatti abbiamo avuto sentenze che le hanno annullate poiché ottenute con violenza, per esempio dietro minaccia di licenziamento”. Tra gli aspetti emersi, anche le procedure eccessivamente gravose per inviare le segnalazioni: per esempio l’obbligo di recarsi personalmente presso le sedi dell’ente o di farle presenti quantomeno tramite posta elettronica certificata, servizio di cui in genere non dispongono gli operai.
Infine, Quattromini ha fatto riferimento, pur senza generalizzare, alla pratica dei controlli con preavviso. Secondo il direttore dell’Ispettorato di Napoli, queste non sarebbero critiche costruttive ma “accuse disonoranti”, tali da giustificare l’avvio di un procedimento disciplinare all’Ordine degli avvocati. Quattromini è invece convinta che si tratti di una risposta del tutto sproporzionata a un dissenso che ha legittimamente espresso durante un dibattito pubblico.