Grazie a Julian Assange, sappiamo la vera faccia delle nostre guerre in Afghanistan / Iraq e quindi perché le abbiamo perse.
IRAQ: Secondo Repubblica del 10/10/2010, Assange documentò come la NATO compiva “stragi, torture, abusi” quotidiani, “109 mila morti di cui oltre la metà civili", opponendo poi il segreto di stato - abusivamente - su tutto per lasciar impuniti i colpevoli e per convincerci che, laggiù, la NATO faceva soltanto “peacekeeping”.
AFGHANISTAN: Secondo MicroMega del 26.08.2021, Assange rivelò “la brutalità con cui le forze speciali della NATO agivano di notte, sterminando donne e bambini e persino forze afghane alleate”, creando così “un forte risentimento nella popolazione contro l’Occidente” a tal punto che tanti afghani preferivano (e sostenevano) i Talebani.
E ora, in Ucraina? Che succede laggiù... realmente? Assange è in prigione e non può più tenerci informati.
La RAI, la BBC e le grandi testate occidentali hanno ritirato la maggior parte dei loro corrispondenti dall’Ucraina e i canali russi (Sputnik/RT) vengono oscurati in Occidente.
Così dipendiamo quasi esclusivamente da quello che dice della guerra il governo ucraino (dal 2014 fortemente indirizzato dallo State Department e dal Pentagono) o da quei pochi giornalisti fatti entrare nel paese in quanto “amici”. Sono invece 80 i giornalisti e blogger finora fatti sparire in Ucraina per i loro articoli, post o video anti regime.
C’è da scommettere, quindi, che, dell’attuale guerra in Ucraina, molto venga taciuto, perché troppo scottante o perché posto - abusivamente - sotto segreto. Sicuramente Julian Assange ci avrebbe potuto aprire qualche squarcio in questo velo monocolore che ricopre l’Ucraina oggi - se non fosse in prigione per aver rivelato i crimini di guerra della NATO in passato. Il suo sito WikiLeaks, infatti, garantendo l’anonimato agli eventuali whistleblower ucraini, avrebbe consentito loro di uscire dall’ombra e dirci come stanno le cose - senza incorrere nel rischio di rappresaglie o di assassinio.
Abbiamo dunque bisogno, tutti noi, di giornalisti investigativi che siano indipendenti per poter sfuggire al Pensiero Unico imperante. Non di uno ma di cento, mille Assange - protetti, però, da una Giustizia che non tollera la persecuzione di governi vendicativi.
Per questo dobbiamo chiedere che Julian Assange non venga estradato negli USA dove rischia 175 anni di galera, solo per aver voluto tenerci informati. La Ministra degli Interni britannica sta per firmare l’ordinanza:
chiediamole di non farlo e di liberare Julian Assange!!
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