L’uccisione di Luca Attanasio, ambasciatore di pace, non è un caso, ma “una grande questione collettiva”

di Laura Tussi - 05/02/2025
Luca Attanasio. L'eroico ambasciatore che credeva nella pace mondiale a partire dal Congo. Intervista al padre Salvatore Attanasio

Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, rappresentano una lunga serie di omicidi ignorati sia dai media internazionali sia dal governo centrale di Kinshasa, distante in tutti i sensi dal martoriato Nord Kivu. 
Il genere umano esce nuovamente sconfitto dalla violenza incontrollata, dall'assenza di giustizia, dall'affermarsi dell'assenza di speranza. E di speranza ne portavano tanta l'ambasciatore Luca Attanasio, il giovane carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista del WFP Mustapha Milambo: tre persone che hanno creduto in un futuro migliore, senza povertà, ingiustizie, violenza. Abbiamo la responsabilità di custodire quei valori caduti nel territorio di Nyiragongo per far sì che possano mettere radici, che diventino alberi e che un giorno possano nutrire gli affamati di speranza.

L’uccisione di Luca Attanasio e delle due persone che lo accompagnavano non è un caso, ma “una grande questione collettiva”.

Salvatore Attanasio racconta il figlio Luca Ambasciatore d'Italia che credeva fermamente nella pace e voleva un Congo libero dai soprusi, dalla guerra genocida e dallo sfruttamento dei più fragili da parte dei poteri forti.

Luca era dalla nostra parte: documentava, fotografava, denunciava.

Mi chiedo se non é per questo che lo hanno assassinato, come nel 1996 uccisero il cardinale Munzihirva.

Il sangue versato del giusto, reclama giustizia per 6 milioni di morti. Il governo deve denunciare i massacri all'Est e smascherarne i mandanti.

Investire sulla giustizia distributiva è investire sulla pace. Salute per tutti, scuola per tutti: queste le sfide per costruire la pace.

Non vogliamo che Luca sia morto invano.

Luca potrebbero averlo eliminato perché denunciava il traffico dei minerali e lo sfruttamento dei minori. E' solo un'ipotesi. Ma il suo agire fuori dagli schemi burocratici del corpo diplomatico gli aveva creato dei nemici.

Come si può fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere le armi, anzi smettendo di scambiare armi con minerali preziosi.

Il Governo deve riaprire la cooperazione allo sviluppo in Congo. Non c'è solidarietà senza giustizia. Non basta limitarsi all'emergenza e agli aiuti umanitari che aumentano dipendenza. Vogliamo progetti di sviluppo.

A che è servita MONUSCO, la forza di pace, i caschi blu? Non hanno protetto Luca. In Congo serve giustizia distributiva, scuola gratuita, salute per tutti.

Se aiutiamo lo sviluppo avremo la pace. E soprattutto bisogna smettere di vendere armi ai cosidetti ribelli, longa manus delle transnazionali, coltan in cambio di armi: che affare!

Scuola non per tutti, ma per i ricchi. Idem per la salute. Milioni di morti ogni anno all'Est in Congo. Come si può fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere le armi, anzi smettendo di scambiare armi con minerali preziosi.

Armi in cambio di coltan: che affare per i signori della guerra!

Luca non é morto invano. La sua morte ha smascherato 6 milioni di morti anonimi di una guerra di esproprio finanziata dalle transnazionali.

L’Europa farebbe bene a investire maggiormente nella missione di mantenimento della pace e della sicurezza in Centro Africa.

 

Intervista a Salvatore Attanasio:

Luca nasce a Saronno il 23 maggio del 1977 da papà Salvatore e mamma Alida Maggi. Ma ha vissuto fin dalla nascita a Limbiate in provincia di Monza e Brianza. Ci ha lasciato nel 2003 quando, avendo vinto il concorso diplomatico del Ministero degli Esteri, si è trasferito a Roma.

L’infanzia è trascorsa serenamente in famiglia, molto seguito dalla nonna materna Anna, donna di una fede incrollabile che ha forgiato in Luca un animo sensibile e cristiano. Puoi parlarci di lui?

Luca ragazzo era un sognatore che amava la pittura, la poesia ma non disdegnava i momenti di svago con gli amici di sempre in oratorio. Dopo la scuola media ha frequentato il Liceo Scientifico E. Majorana di Desio. Nel rendimento scolastico era nella media, ma la sua curiosità e libertà di pensiero lo mettevano al centro dell’attenzione. Durante il periodo liceale, Luca ha subito una profonda mutazione che da ragazzo un po’ ribelle lo ha trasformato in un giovane pragmatico pronto a discutere per far valere le sue idee.

Dopo il Liceo, Luca ha deciso di frequentare l’Università “Luigi Bocconi” iscrivendosi alla Facoltà di Economia Aziendale, dopo aver superato i test di ingresso molto selettivi. Correva l’anno 1995. E poi come prosegue gli studi?

Nel 1999, si è trasferito negli Stati Uniti all’Università di Richmond (Virginia) per il programma di interscambio tra Università. Qui ha frequentato e superato con ottimi voti 4 esami. Rientrato in Italia, ha terminato il ciclo di studi in Bocconi dove si è laureato con il massimo dei voti e lode il 18 Aprile 2001.

Luca aveva importanti offerte di Lavoro da Società di Consulenza Aziendali e da primarie Banche Internazionali, ma decise di servire l’Italia: voleva essere un Diplomatico. Come procede il suo percorso?

Nel 2002 si iscrive al Master di Diplomazia Internazionale presso l’ISPI a Milano , corso propedeutico al Concorso di Diplomazia, che superò con profitto. Nello stesso anno partecipa al Concorso Diplomatico, uno dei più difficili e selettivi della nostra Repubblica, che non superò causa la scarsa conoscenza della lingua francese, lingua obbligatoria tra le materie del concorso. Luca non si dà per vinto, inizia a studiare con impegno il francese e l’anno successivo ( 2003) supera il concorso.

A dicembre dello stesso anno entra nell’organico del Ministero Affari Esteri, noto come Farnesina, iniziando così la Sua Carriera Diplomatica. Una importante esperienza. Come puoi descriverla?

Trascorre i primi due anni lavorando alla Farnesina presso la Direzione Generale per L’Africa dove si fa notare per il Suo modo propositivo, le Sue idee originali tanto che nel 2006 fu inviato presso l’Ambasciata d’Italia a Berna in qualità di Responsabile Commerciale anche se non aveva ancora maturato l’anzianità lavorativa sufficiente per tale ruolo. Nei 4 anni di permanenza a Berna si fa notare per le Sue capacità relazionali e la pragmaticità con cui operava, tanto da ricevere diverse note di merito dai Suoi superiori.

Nel 2010 viene inviato come Console Generale a Casablanca (Marocco), anche in questo caso non avendo la sufficiente anzianità per quel ruolo. In che senso Luca rivoluziona letteralmente il consolato?

Negli anni di permanenza in Marocco, Luca rivoluziona il Consolato. Lo fa ristrutturare, ammodernare e soprattutto cambia il modo di lavorare negli uffici consolari tanto da far diventare il Consolato di Casablanca tra i primi al mondo per efficienza. Si fa finanziare un impianto fotovoltaico che verrà installato al Consolato diventando così il primo Consolato Italiano verde.

Nel Suo ruolo istituzionale, non mancava quell’umanità e generosità che ha caratterizzato tutta la sua vita. Puoi parlarcene?

Si recava periodicamente nelle carceri marocchine a visitare i nostri connazionali per verificare le condizioni in cui versavano e il trattamento ricevuto, preoccupandosi di dar loro anche un ricovero nel periodo di tempo tra l’uscita dal carcere e il rimpatrio in Italia. Era presente nella comunità italiana molto numerosa in Marocco visitando periodicamente tutte le Sedi Consolari preoccupandosi di dare assistenza ai nostri connazionali.

A Casablanca nel 2011 conosce Zakia Seddiki che diventerà sua moglie nel 2015. Incontro molto importante per la vita di Luca.

Certamente, infatti, nel 2013 viene richiamato a Roma per un importante incarico alla Farnesina dove resterà fino a settembre del 2015. Zakia lo segue nella Sua nuova missione ed a gennaio del 2015, si sposano con rito civile presso il Municipio di Roma.

A settembre viene inviato ad Abuja sede dell’Ambasciata D’Italia in Nigeria dove si trasferirà con la moglie Zakia con l’incarico di Primo Consigliere d’Ambasciata, di fatto Vice Ambasciatore.

Luca ovunque si distingue per il suo approccio totalmente innovativo. Studia la realtà del territorio e, tra le tante iniziative redige un progetto di cooperazione per contrastare il traffico di esseri umani e la prostituzione proveniente dalla Nigeria. Giusto?

Il progetto ebbe il parere favorevole della rappresentanza UE ad Abuja e sarebbe stato finanziato dalla UE per circa 50 milioni di euro in 3 o 4 anni. Luca lavorò a questo progetto con una passione umanitaria straordinaria.

Nel settembre del 2017 viene nominato Ambasciatore d’Italia a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) e qui si trasferisce con la famiglia. Luca ha fatto tantissimo per questa terra.

Si rende subito conto delle condizioni di miseria della popolazione soprattutto dei bambini abbandonati che vagano per la città. Di fronte a tanta povertà, insieme alla moglie Zakia decide di fondare a Kinshasa l’associazione MamaSofia con lo scopo di dare assistenza sanitaria ai bambini e alle donne. Attua un piano per distribuire del cibo nella città ai poveri diseredati. Visita le comunità italiane sparse sul territorio, oltre a Kinshasa, in Congo Centrale, nella regione del Kivu, dando concreto supporto e aiuto ai nostri connazionali soprattutto ai missionari che operano nelle zone più sperdute del Congo. Non tralascia il Suo compito istituzionale sviluppando un lavoro di relazioni con il Governo congolese poiché la nostra Ambasciata era priva di Ambasciatore da oltre un anno. Durante la permanenza a Kinshasa è stato apprezzato per il Suo impegno istituzionale sia dagli italiani che dai congolesi.

Che tipo di aiuto possono dare gli ambasciatori alla grande causa della pace tra i popoli?

Gli Ambasciatori rappresentano lo Stato nei Paesi in cui operano. Essi sono l’espressione dei Governi del proprio Paese, pertanto, secondo me, il loro lavoro è fondamentale per costruire relazioni di cooperazione con lo Stato ospitante atte a garantire certamente la sicurezza dei nostri connazionali, ma anche a contribuire, nel rispetto dei ruoli istituzionali, al benessere e allo sviluppo della Nazione ospite, specialmente in quelle terre dove la stabilità e la giustizia sociale sono una chimera, ma basilari per una pace vera.

Nel 2020, per il Suo impegno per la pace tra i popoli, viene insignito del Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. In tale occasione, tenne un discorso che oggi risuona come il Suo testamento morale:“ ….molte di quelle cose che noi diamo per scontate come la salute, l’istruzione, la pace in Congo non lo sono, forse su queste cose dobbiamo costruire il nostro futuro…. “, inoltre : “ … fare l’Ambasciatore è una missione, a volte pericolosa, ma quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio …”.

Sarebbe rientrato a Roma con la famiglia a settembre del 2021. Purtroppo, il 22 febbraio dello stesso anno, un agguato terroristico a Kibumba, a pochi chilometri da Goma nella regione del Nord Kivu (RDC), ha spezzato la Sua vita lasciando nella disperazione i familiari, gli amici e la Nazione intera.

Numerose sono state le testimonianze di cordoglio. Solo al Ministero degli Esteri sono Giunti oltre 5.000 messaggi di cordoglio. E anche i riconoscimenti istituzionali?

Numerosi sono i riconoscimenti di istituzioni e organizzazioni umanitarie alla memoria. In particolare: Iscrizione nel “Libro d’oro “ custodito nella sala Guillet del Ministero degli Esteri riservato a personalità che hanno onorato il nostro Paese.

Intitolazione della Sala del Concorso Diplomatico presso il Ministero degli Affari Esteri.

Il 20 Dicembre del 2021, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito “La GRAN CROCE D’ONORE dell’Ordine STELLA D’ITALIA" alla memoria. La più alta onorificenza della nostra Repubblica per chi ha onorato l’Italia nel mondo.

Ancora oggi, a distanza di 4 anni dalla scomparsa, numerosi sono i riconoscimenti e le intitolazioni di sedi istituzionali a Lui dedicate.

Luca, Ambasciatore a soli 40 anni, tra i più giovani Ambasciatori al mondo, gigante di umanità e generosità, è stato il pioniere di una Diplomazia generativa e innovativa, un vero costruttore di pace ed ECCELLENZA della nostra Repubblica. Un esempio per le giovani generazioni e per l’intera Diplomazia Italiana.

Sognava un mondo migliore, purtroppo il Suo sogno è stato interrotto il 22 febbraio del 2021. Aveva solo 43 anni.

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