Il trattato che bandisce le armi nucleari. L'aspirazione dell'umanità è davvero la pace?

di Laura Tussi - 20/03/2024
Alex Zanotelli. La guerra deve diventare un tabù come l'incesto

Il trattato ONU che proibisce le armi nucleari è entrato in vigore il 22 gennaio 2021 al termine dei 90 giorni previsti dopo la 50esima ratifica.

Ican con il trattato di proibizione delle armi nucleari è stato insignito del Premio Nobel per la pace 2017, il Premio Nobel per la pace con il Tpan/Tpnw, trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Per una panoramica a 360 gradi sui maggiori trattati mondiali inerenti le politiche in materia di armamenti nucleari. 

Con la campagna internazionale Ican, premio Nobel per la pace 2017, le armi nucleari vengono concepite con una prospettiva di messa al bando di tipo giuridico.

Il premio Nobel per la pace Ican, campagna internazionale per la messa al bando delle armi di distruzione di massa nucleari ha consentito a tanti sfiduciati di continuare a credere a questa ottima prospettiva molto agile soprattutto dal punto di vista giuridico.

L'occasione per trattare del Premio Nobel per la pace una vera svolta per l'Umanità e una rivoluzione per il mondo dei movimenti pacifisti

Questo articolo è l’occasione per far discutere dell’abolizione e della messa al bando degli ordigni di distruzione di massa nucleari ed il relativo trattato Tpan/Tpnw approvato in sede Onu il 7 luglio 2017 a New York a palazzo di vetro con 122 nazioni presenti e la società civile organizzata in Ican.

Il professor Antonino Drago conduce il webinar di PeaceLink sulle armi nucleari

L’esperienza di obiezione di coscienza di Drago è nata con il carcere di Gozzini che scrive una lettera per fare politica anche dalle prigioni al fine di puntare su obiettivi politici a lunga scadenza. Questo è un concetto di politica che ha illuminato Antonino Drago.

Infatti l’obiezione di coscienza è un impegno importante, soprattutto con le lotte del 1964 e l’obiezione fiscale alle spese militari per la modifica dell’assetto della difesa italiana.

Il concetto di pace rientra nell'immaginario collettivo del genere umano?

Nell’immaginario collettivo non è entrato il concetto di pace ed è necessario recuperare un linguaggio e un simbolismo che portino alla pace. Il trattato di proibizione delle armi nucleari Tpan non è il solito discorso che propone l’elenco di tutte le orrende vicende legate al nucleare.

Sulla scena mondiale si sono sempre posti tentativi per il disarmo nucleare. Ma dagli anni ‘60 del novecento non si sono mai raggiunti punti e obiettivi decisivi e permanenti, ma solo trattative verticistiche. Esistono una via etica e popolare e una via seguita dagli Stati per l’uscita dall'incubo atomico.

Purtroppo molti scienziati lavorano per la guerra e il potenziamento del nucleare

Il 50 per cento degli scienziati lavorano direttamente per la guerra, e sono coinvolti nella corsa agli armamenti. Einstein e Russell nel loro manifesto sostengono di essere scienziati con il dovere di informare sulle bombe nucleari e con la massima responsabilità.

Einstein e Russell sono stati scienziati con la responsabilità verso i popoli perché hanno messo la scienza al servizio della pace.

L'orientamento dell'opinione pubblica sul divieto delle armi nucleari

Con la nascita dell’Onu si spera di aver posto fine alle armi e alla guerra soprattutto dopo l’orrore di Hiroshima e Nagasaki. Ma l’Onu è sottoposta alla politica estera delle superpotenze.

La spesa militare mondiale attuale ammonta a 2000 miliardi di dollari. L’Onu è molto piccola e impotente rispetto alle potenze mondiali nucleari. La corsa alle armi nucleari nei vari decenni è incrementata proprio con gli 'atomi per la pace' e la costruzione delle centrali nucleari per tacitare la popolazione sul rischio di guerra.

Sappiamo che il passo è breve tra il nucleare civile e quello militare

La via delle lotte popolari imposta il trattato che mette al bando i test nucleari nell’atmosfera, ma impone che si effettuino solo sotto terra. E corre l’anno 1963.

Con la via etica nel 1965, il Concilio Vaticano Secondo condanna la politica del nucleare. Ma condanna l’uso dell’arma atomica, non il possesso. Quindi è accettata la deterrenza nucleare.

Il ruolo del Tnp, il trattato di non proliferazione che ha un'azione limitata e del trattato Inf

Il Tnp, trattato di non proliferazione regola il possesso delle armi nucleari e le dichiara legittime solo per alcune potenze. Il Tnp attiva un controllo internazionale per non coinvolgere altre nazioni alla corsa agli armamenti nucleari. L’8 dicembre 1987 viene siglato tra Reagan e Gorbaciov il trattato Inf che è stato successivamente abolito totalmente da Trump e non per il superamento di condizioni oggettive.

Il first use è un grave atto di aggressività e un crimine contro l'Umanità

Nel 1999 Usa e Nato adottano la nuova dottrina del primo colpo nucleare, il cosiddetto first use che consiste in un grave atto di aggressività nel voler dichiarare guerra a tutto il mondo. I trattati sono momentanei, ma le armi nucleari vengono modificate e perfezionate in continuazione. Missili, aerei e sommergibili sono le tre gambe della difesa nucleare. Israele non firma il Tnp. Il Mediterraneo così è dominato da Francia e Israele con i sommergibili nucleari. Il tutto nell’indifferenza delle superpotenze.

Il fatidico inverno nucleare: la distruzione totale dal locale al globale

Sarebbe sufficiente uno scambio di gittate di cento ogive, ad esempio tra India e Pakistan, in eterno conflitto, per dare avvio a un inverno nucleare con un effetto irreversibile nell’assetto climatico e con il risultato immediato di ben un miliardo di vittime. Fortunatamente il 21 gennaio del 2021 il Tpan è entrato in vigore e le armi nucleari vengono dichiarate illegali.

Ma la strada della nonviolenza e del disarmo nucleare purtroppo è ancora ardua e impervia.

La pace è da sempre aspirazione centrale dell’uomo?

Con la Pace tutto è possibile, tutto si può realizzare. Con la guerra conta solo la vittoria militare. Tutti noi camminatori delle vie della pace e della nonviolenza e del disarmo nucleare ci incontriamo nelle marce, nelle manifestazioni e nei cortei semplicemente per dire no alla guerra. 

Cosa hanno creato e animato i movimenti per la pace nei momenti e negli appuntamenti di massa? ma anche nell’impegno della quotidianità, nelle attività fuori dal clamore e dall’attenzione dei media?

Molteplici narrazioni per riportare sulla scena i protagonisti in carne e ossa, le loro motivazioni e i loro sentimenti, i loro saperi e le loro culture politiche, la loro spontaneità. 

Un’altra prospettiva di pace?

La pace è da sempre aspirazione centrale dell’uomo?

Con la pace tutto è possibile, tutto si può realizzare. Con la guerra conta solo la vittoria militare. Tutto si fa per la pace, tutto ad essa si sacrifica. “Prima di tutto la pace” era un diffuso slogan negli anni ‘80 del Novecento.

Per troppo lungo tempo, subculture e politiche prevalenti hanno pensato che la Pace è raggiungibile solo con la guerra. Che la pace altro non fosse che assenza di guerra e il luogo di preparazione della prossima inevitabile guerra.

 

La pace è molto più che semplice assenza di guerra e di conflitti armati

Solo in tempi recenti si comincia a pensare la pace diversamente: molto di più che assenza di guerra e certo indiscutibilmente assenza di conflitti armati. Solo in tempi recenti si comincia a pensare la pace per via alternativa a quella classica delle armi, come l’arbitrato, i negoziati, il diritto internazionale. E solo in tempi recenti si è pensato a elidere il potere di fare la guerra al sovrano di turno. Chi ha deciso la politica coloniale italiana? La conquista della Libia? Chi la prima guerra mondiale? Chi la seconda? Per secoli il pensiero, la politica, i miti, i riti convergevano sul fatto che la guerra fosse l’unico strumento e unica via per la pace. 

La vera rivoluzione nonviolenta è quando comincia un pensiero alternativo

Fino ad oggi l'Europa non ha ancora vissuto un periodo di pace duraturo, basti pensare ai conflitti in ex Jugoslavia e nelle nazioni dell'est Europeo, contando anche le cosiddette "missioni di pace" che altro non sono che azioni mirate a sostenere i privilegi predatori di alcune nazioni su altre.

E non molti sanno che il progetto  dell’unione dell’Europa nella pace non con le armi, ma come soluzione per niente guerrafondaia fu propugnata in primis dal pensiero pacifista.

La necessità dell'educazione alla pace: da Kant a Hugo

Si pensi al congresso della pace di Parigi del 1849 quello presieduto da Vittorio Hugo, quello che pose l’accento sulla necessità dell’educazione alla pace. Non fu il mondo pacifista a rivendicare che decisioni sulla guerra fossero assunte dai parlamenti e non già dai sovrani e dai governi? E chi pensò al diritto e alle organizzazioni internazionali adeguate per costruire la pace?

Fu un pioniere del pacifismo quale Immanuel Kant.

Poteva nascere l’Onu senza questo pensiero? Il termine pacifismo è stato introdotto tra l’ottocento e il novecento.

Il pacifismo ha una sua storia di contrasto alla violenza

Il pacifismo ha una sua storia e questo deve essere continuamente precisato.

Esso assume il significato di pensiero e pratiche, teorie e movimenti tesi a prevenire e contrastare la guerra, le culture guerresche e violente e i guerrafondai. E a elaborare e sostenere vie alternative per la soluzione di conflitti e di controversie internazionali. 

Un movimento plurale: il pacifismo 

Più forte e incisivo quando è stato capace di essere autonomo e coerente e quando ha coltivato e prodotto idee forti, illuminanti, alterità di pensiero, pratiche coerenti.

È un arcipelago. 

Un pacifismo di teorici, un pacifismo politico e non di partito, un pacifismo dei movimenti, un pacifismo spontaneo delle persone, un pacifismo delle classi sociali. È però poco studiato nella sua pluralità e complessità. Nella sua influenza, nelle sue contraddizioni e risultati.

Forse si pensa che poi comunque le guerre ci sono state, che i pacifisti hanno sempre perso, che non hanno ottenuto nulla. Forse perché l’utopia della pace è rimasta tale? Non è esattamente così.

L'utopia della pace è rimasta invariata?

Si accennava alla semina del pacifismo che ha prodotto raccolti. In alcune fasi il pacifismo è riuscito a condizionare l’azione di leaders politici e governi. Durante gli anni più duri della guerra fredda è riconosciuto che la mobilitazione di massa pacifista ha contribuito ad evitare l’uso dell’atomica

Il pacifismo oggi

E il premio Nobel per la pace del 2017 alla campagna Ican per il trattato di proibizione delle armi nucleari? Autentico e imprescindibile e grande contributo per il disarmo nucleare mondiale che ha coinvolto migliaia di attivisti e centinaia di associazioni in tutto il mondo. Di recente ai movimenti pacifisti è anche ascrivibile in Italia la legge 185/1990 che finalmente ha posto qualche vincolo alla esportazione di armi e è dei pacifisti il merito alla campagna internazionale per la messa al bando delle mine Nobel per la pace del 1997.

La guerra di Bush all'Iraq del 2003 e gli enormi contributi del pacifismo

E senza l’imponente movimento del 2003 il governo italiano non avrebbe coinvolto pienamente e ancora maggiormente il nostro paese nella guerra di Bush all’Iraq dell’ex amico Saddam? Si possono cancellare gli enormi contributi del pacifismo per controbattere alla glorificazione della guerra, per smentire la convinzione della sua fatalità, per un sapere di Pace? Cenni per dire che l’influenza del pacifismo è ancora tutta da studiare.

Perché quanti si sono opposti alla prima guerra mondiale, con prezzi salatissimi non devono essere considerati soggetti di storia? Il cammino è lungo e tortuoso ma è frequentato.

Alex Zanotelli. La guerra deve diventare un tabù come l'incesto

"È ancora lunga la strada perché la guerra diventi un tabù come l’incesto - afferma padre Alex Zanotelli - ma vi è chi la percorre". Se pensiamo alle numerose guerre in corso nel mondo dal dopo guerra fredda non rimane altro che prendere atto della sconfitta del pacifismo. Ma sarebbero conclusioni affrettate e errate oltretutto perché non tengono conto dell’enorme sproporzione di mezzi tra pacifismo e guerrafondai. Il pacifismo. Un impegno da non dimenticare, per il futuro e per la storia, se la storia è selezione delle cose da ricordare, per la memoria e il futuro.

Per mantenere viva Gaza: stop al genocidio...

 

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Gaza eccidio

Redazione di LC
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