Le attuali elezioni europee sono molto importanti perché la Grande Coalizione di popolari e socialdemocratici, che ha retto finora le sorti dell’Europa, potrà subire un forte ridimensionamento.
In Europa cresce un grande dissenso popolare determinato dagli effetti delle politiche neoliberiste di austerità, imposte dalla Unione Europea agli stati membri, che hanno prodotto loscardinamento di diritti e tutele sociali, il taglio di salari e pensioni, la riduzione del welfare e dei servizi pubblici, la precarizzazione del lavoro, la cancellazione di diritti e tutele, l’arricchimento di imprese e finanza. Tutto ciò ha prodotto e continua a produrre una devastazione sociale, ampliando povertà e diseguaglianze economiche e di genere, la disoccupazione giovanile, la stagnazione economica.
Le politiche dell’austerità neoliberista sono il primo nemico dell’Europa e del suo futuro, del mondo del lavoro e dello stato sociale e alimentano una deriva populista e la rabbia di milioni di cittadini.
Tuttavia, proprio la politica del rigore neoliberista ha favorito la crescita dei movimenti populisti “sovranisti” di estrema destra, spesso neonazisti e neofascisti, che predicano l’uscita dall’euro.
Questi movimenti si illudono di riacquistare sovranità predicando il ritorno agli stati nazionali, senza fare i conti con le grandi speculazioni finanziari che i singoli stati subirebbero una volta isolati.Inoltre i gravissimi problemi che oggi ci assillano, come l’emergenza climatica, le migrazioni e la denatalità accompagnata all’invecchiamento, esigono un’attenzione mondiale solidale, mentre la costruzione di muri non può che promuovere guerre, non solo economiche. La crescita di questi nuovi soggetti rampanti è alimentata dalla sobillazione della paura e dalla criminalizzazione dei processi migratori.
Una nuova Europa deve puntare alla lotta contro le derive razziste e all’apertura generalizzata delle frontiere. Il Mediterraneo deve essere luogo di pace ed armonia tra i popoli.
Come sindacalisti italiani contrastiamo quotidianamente isostenitori dell’austerità e dei vincoli di bilancio, di un neoliberismo di ferro.
Dunque la soluzione non è meno Europa, ma più Europa, alternativa e ben diversa dall’attuale, simile a quella solidale sognata nell’esilio di Ventotene e tradita dalla gestione neoliberista di matrice tedesca. Una moneta unica è naturalmente diseguagliante perché trasferisce in misura crescente risorse dai paesi poveri a quelli ricchi, da origine agli enormi avanzi commerciali tedeschi e alla sofferenza dei paesi mediterranei, e perciò rischia il collasso se non viene compensata da trasferimenti di bilancio che ricompensino i paesi danneggiati.Bisogna riconcepire un sistema monetario in equilibrio e contro le storture di cui si avvantaggia sola la Germania. Tali storturedeterminano le fratture fra nord e sud, fra occidente e i paesi di Visegrad, la fuga della Gran Bretagna e la tendenziale dissoluzione dell’Unione. Le politiche mercantiliste che privilegiano le esportazioni tagliando consumi individuali e sociali, si rivelano non solo inique ma profondamente fragili di fronte a guerre commerciali come quelle scatenate da Trump.
Dunque, per uscire dalla tenaglia infernale dell’austerità neoliberista propugnata sia da chi ha retto finora le istituzioni europee con esiti disastrosi, sia dai sovranisti montanti, xenofobi e liberticidi, occorre creare una alternativa di sinistra in Europa, fondata sulla difesa del lavoro e dei suoi diritti, dei salari e delle pensioni, sviluppando il mercato interno, risanando il territorio e le periferie, investendo sul lavoro pubblico, sulla Sanità e sulla Scuola, reperendo risorse con una patrimoniale sulle grandi ricchezze accumulate con l’impoverimento del resto della popolazione. Un’Europa profondamente democratica, con un governo che risponda a un parlamento decisionale, socialmente e ambientalmente sostenibile, pacifica e accogliente, umanamente solidale, capace di fare del Mediterraneo un mare di solidarietà e di pace. In una parola un’Europa di sinistra, con le sue idealità, solidarietà e valori, capace di proporre risposte concrete, forti e radicali, combattendo il razzismo e la guerra, le mafie e le collusioni politico-finanziarie, le discriminazioni di genere e la violenza sulle donne.
Nel Parlamento Europeo una forza con questi programmi c’è già ed è il Partito della Sinistra Europea, che fa parte del gruppo parlamentare rosso-verde (Gue/Ngl), che è il quinto per numero, con parità di generedi deputate/i (52, con 26 donne e 26 uomini), provenienti da tutta Europa,che riunisce tutte le forze che si sono battute con più determinazione contro le politiche dell’austerità della Commissione e della Troika e contro l’estrema destra populista, a favore della pace, per l’uguaglianza e lo sviluppo economico sostenibile.
Come sindacalisti della CGIL, che è un patrimonio prezioso ed essenziale per la democrazia e la difesa dei lavoratori e pensionati nel nostro paese, siamo convinti che la trasformazione indispensabile dell’Europa esiga un grande movimento europeo formato da partiti,sindacati e movimenti sociali di sinistra, di cui la CGIL deve far parte, pur mantenendo la sua piena autonomia, perché in assenza d’un sostegno politico non riuscirebbe da sola ad adempiere a questo indispensabile compito. Per questo votiamo e invitiamo a votare La Sinistra, con l’impegno di trasformarla da una lista elettorale in un partito che dia rappresentanza politica all’intera sinistra sociale, indispensabile per difendere democrazia e lavoro e per dare un futuro ai giovani.