Il Coronavirus ai tempi di Boris Johnson

di Claudio Mazzoccoli Bonadies · - 15/03/2020
Coronavirus, Il consigliere scientifico di Johnson: "Il 60% dovrebbe essere infettato per sviluppare immunità di greggie"
Non mi sarei mai voluto imbattere in un caso del genere, ma non posso, non devo e, ovviamente, non voglio sottrarmi dal fare qualche commento. Sono triste per i sudditi della Corona Britannica che, leggendo quanto il loro Primo Ministro ha affermato, si staranno rodendo il fegato e mangiando le mani maledicendo il momento in cui gli hanno dato il consenso. Essere condannati a qualcosa che sembra una selezione naturale non è piacevole e sarei contento se Boris Johnson venisse sfiduciato e poi cacciato a calci nel sedere. Ma quello che è accaduto in questi ultimi giorni, dalle giravolte degli USA ai distinguo in sede Europea, è altrettanto grave. Venendo al nostro Continente, la mancanza sostanziale di una visione comune su come affrontare la Pandemia rischia di distruggere quel poco che resta della idea di uno spazio comune. Non ci può essere spazio comune con chi lascia anche solo intendere che “ ...però vediamo di non irritare il Mercato..”. Già ! Il Mercato, questo soggetto che in molti immaginano con le sembianze di Jabba the Hutt nel film “Il Ritorno dello Jedi” della saga di Guerre Stellari. Ecco, in sintesi, quello che penso.
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I nodi politici,economici e sociali non solo italiani, non solo europei ma planetari stanno “venendo al pettine” tutti insieme e l'effetto è amplificato dalla Pandemia COVID-19. Il povero organismo unicellulare non sa che, in una situazione in cui noi tutti vivacchiavamo come la Rana Bollita nella pentola sul fuoco, lui ha agito come elemento di Shock, come se avessimo infilato la mano in una tinozza d'acqua a 90 gradi Celsius (che corrispondono a 194 Fahreneit, 363,15 Kelvin).
Il Villaggio Globale, il paradiso agognato con smania dai neo-liberisti e disegnato solo in virtù del paradigma" Mercato Uber Alles" si è liquefatto nel tempo di un battito di ciglia, per usare un eufemismo. Ogni Stato, ed in ogni Stato ogni Provincia e giù fino al singolo cittadino, si è sentito coinvolto individualmente, sconvolgendo le teorie dei grandi numeri, abili a svestire gli uomini dagli abiti di “Persona” per far loro indossare quelli dell’anonimo “Compratore” o “Venditore”. Traballando i presupposti alla base del loro limitato bagaglio matematico gli Economisti, indossata la mascherina, sembrano essersi ritirati nel silenzio assordante che possiamo registrare.
E così, senza ricorso ad alcuna rivoluzione o azione di massa, vengono demolite a poco a poco le certezze che hanno retto il castello di carta che qualcuno ci ha voluto a tutti i costi disegnare attorno. Come se qualcuno avesse aperto un foro nella cupola del mega-ambiente in cui viveva il protagonista del film " The Truman Show", mentre sappiamo che è proprio il protagonista a nutrire dubbi sul sistema che lo circonda ed a lottare fino a trovare la verità. Rappresenta quindi la solita delusione planetaria il fatto che un microscopico organismo (50 - 100 nanometri, visibile solo al microscopio elettronico, nemmeno a quello ottico) sia dovuto venire a bussare alla porta di ciascuno di noi per ricordarci quello che siamo, ovvero una specie animale ospite di questo pianeta sino a che le condizioni non muteranno in modo da provocare la sua estinzione. Non si tratta di essere catastrofisti ma di chiedere, soprattutto a quelli che dei libri di scienza hanno scelto di leggere solo la copertina, di recuperare il tempo perduto, ammesso che COVID-19 o qualche altro organismo gliene lasci la opportunità. Citando il Prof. Giovanni Rezza nel suo libro “ Epidemie- I perchè di una minaccia globale uscito a febbraio 2020, “ Ben lungi dall’essere sconfitte, le malattie infettive rinnovano la loro sfida all’umanità. Altri virus emergono, come il nuovo temutissimo Coronavirus recentemente comparso in Cina, per il quale la Organizzazione Mondiale della sanità ha dichiarato la emergenza sanitaria globale. I vecchi germi, invece, espandono la loro area di azione, conquistando nuove popolazioni e località geografiche precedentemente indenni.
Quello che sta accadendo mi fa ritornare indietro nel passato. Non so quanti di voi hanno vissuto la vicenda del “ Buco dell’Ozono”. Internet è ricca di materiale e tutti possono rendersi conto di quanto il rischio planetario è stato ignorato (paradosso della Rana Bollita) fino allo shock della catastrofe globale che portò all’accordo ambientale di maggior successo della Storia. Nel 1987 fu firmato il protocollo di Montreal, volto a eliminare gradualmente la produzione di sostanze (essenzialmente i clorofluorocarburi “CFC”) in grado di ridurre lo strato di ozono. Il protocollo di Montreal ad oggi è l’unico trattato delle Nazioni Unite ratificato da tutti i paesi del pianeta, tutti gli stati membri.
In un precedente editoriale legato alla Tecnologia 5 G che vi consiglio di leggere perchè scritto in tempi non sospetti, ho descritto il rapporto tra parte della società ed i rischi. Sino a che il pericolo non viene a bussare alla nostra porta, “ Sono problemi degli altri, si difendano”. Ma, non appena il pericolo arriva a cercare noi o qualcuno della cerchia dei nostri affetti, ecco che scatta il meccanismo per il quale ....noi abbiamo il diritto di ....”.

Si chiama INDIFFERENTISMO. Come italiani, negli ultimi decenni, abbiamo raggiunto alti livelli di indifferentismo. Le parole che seguono sono tratte dal discorso di un padre costituente, Piero Calamandrei, in un discorso agli studenti milanesi più di mezzo secolo fa. “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno , lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica . «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’ indifferentismo alla politica .”

Se gli scienziati saranno bravi, l’umanità potrà superare questo pericolo ma a quale prezzo ?
Sembra che la soluzione del Primo Ministro Britannico sia la riscoperta della usanza degli Spartani che facevano precipitare dal Monte Taigeto storpi e quanti non erano adatti al combattimento. Allo stesso modo si comportavano le Orde dei Barbari che abbandonavano dietro di sè malati e feriti per evitare di rallentare la colonna o di infettare altre persone.

Per fortuna noi siamo Italiani ma, per favore, cominciamo a comportarci come tali ! Abbiamo sinora mostrato lo stesso indifferentismo in tanti temi: in tema di Rapporti Sociali, consentendo a Evasione Fiscale, Corruzione e Illegalità Diffusa di attaccare i nuclei vitali della nostra società, consentendo ad una politica dissennata di disperdere dei veri e propri tesori racchiusi nel Sistema Sanitario, nel Settore Scolastico, nel Sistema Economico costituito dalle Piccole-Medie Aziende, consentendo che la nostra stessa Costituzione venisse calpestata dal Liberticida Libero Mercato.
Permettetemi di chiudere con “ Prima vennero”, una poesia spesso attribuita erroneamente a Bertolt Brecht. In realtà i suoi versi riprendono il sermone che il pastore Martin Niemöller scrisse per rimproverare l’inattività degli intellettuali tedeschi dopo l’ascesa al potere dei nazisti e delle purghe. “Prima vennero” è quindi un testo che sottolinea, in modo incisivo, i pericoli dell’apatia politica. Quante volte diamo per scontati i nostri diritti? Quante volte ci giriamo dall’altra parte di fronte ad una persona in difficoltà, un senzatetto per strada, un migrante? Quante volte siamo indifferenti alle dichiarazioni di politici nazionali che gettano fango sui più deboli?
Ecco, il sermone di Martin Niemöller ci ricorda che, prima o poi, potremmo essere noi ad essere presi di mira da un potere forte senza razionalità. Perché, quando verranno a prendere noi, non ci sarà “rimasto nessuno a protestare”. Non facciamoci seppellire dalla nostra indifferenza. (da https://www.sguardidiconfine.com/prima-vennero-la-poesia-che-ci-ricorda-i-pericoli-dellapatia-politica/)

Prima vennero.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare

 

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