“Non è normale che sia normale”

di Barbara Fois - Liberacittadinanza - 23/11/2018
Lanciata l’ennesima campagna contro la violenza sulle donne

Questa volta l’occasione è quella della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si si celebra in tutto il mondo il 25 novembre. Ogni anno le donne si inventano un modo nuovo per continuare a tenere desta l’attenzione su un fenomeno così incredibilmente e dolorosamente diffuso. In questi ultimi 10 anni abbiamo partecipato ad appuntamenti eclatanti come “Se non ora quando”, e a “Scarpette rosse”, e poi a marce, maratone, cortei, girotondi e danze in piazza. Ma ogni anno il numero delle donne picchiate, sfigurate e uccise continua ad aumentare: sempre in questi ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia.

Nel nostro paese dunque oltre cento donne ogni anno vengono uccise da uomini che quasi sempre sono ex mariti, ex fidanzati, ex amanti, cioè quelli che sostengono di amarle. Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane che è impossibile quantificare, anche se è noto che sono migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate. Secondo i dati Istat sono quasi 7 milioni quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso.

 

Scarpe rosse scala

 

 

One Billion

 

 

Eppure ci sono stati certamente dei passi avanti, come la legge sullo “stalking”presentata dall’allora ministra alle pari opportunità di F.I. Mara Carfagna, il 2 luglio 2008

«  Art. 612-bis. - (Atti persecutori). - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie scelte o abitudini di vita.
La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.”

E tuttavia le statistiche ci dicono che circa 8 donne su 10 (cioè il 78% di esse) che abbiano subito stalking non si sono mai rivolte ad alcuna istituzione e non hanno cercato aiuto.

Eppure, oltre la legge sullo stalking, in Italia non mancano altre disposizioni per combattere la violenza contro le donne, disciplina ulteriormente rafforzata dal Decreto Legge 93 del 2013 sulla violenza di genere, convertito nella Legge 119 del 15 ottobre 2013.

Se non ora quando 2013

 

Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non è una data fissata a caso. E' il ricordo di un brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Rafael Leonidas Trujillo: tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate e i loro corpi buttati in un burrone, per far credere a un incidente. Le chiamavano las mariposas ( le farfalle): Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia Maria Teresa, attiviste politiche, più volte imprigionate e torturate per la loro opposizione alla dittatura, vennero selvaggiamente uccise. La quarta sorella, Adele, detta Dedè, sopravvive per tenere viva la loro memoria.

Su “Terrelibere.org” si legge “ Il 25 novembre del 1960, dopo aver visitato i mariti in carcere, le sorelle Mirabal trovarono la morte in un campo di canna da zucchero dove erano state trasportate per essere pugnalate e strangolate. In memoria di questo orrore nella stessa data del 1981, un mese prima dell’entrata in vigore della Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di ogni forma di Discriminazione nei confronti delle Donne, si tenne la prima Conferenza di Donne Latinoamericane a Bogotà in Colombia. In quella occasione fu proclamata la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Nel tentativo di perpetuare il ricordo del loro sacrificio, simbolo di libertà dalle dittature, nel 1999 l`Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con risoluzione 54/134, ufficializza il 25 novembre come Giornata Internazionale per l`eliminazione della Violenza contro le Donne. Radicata nella discriminazione di genere, la violenza sulle donne rappresenta la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo.”

Sorelle Mirabal Las mariposas, le sorelle Mirabal
 

Le donne sono vittime anche di violenze meno visibili, ma ugualmente pesanti, come la discriminazione salariale, che incredibilmente prosegue ancora adesso, alle porte del 2020. Questa sperequazione è quella che maggiormente sottolinea la differenza di trattamento e che sottende la poca considerazione, la sudditanza, l’inferiorità delle donne. Chi non ha mai sentito dire o ha detto “porca Eva!”? E questo secondo voi non c’entra nulla con il rispetto verso le donne? O piuttosto invece è una spia di una certa mentalità, che ci addossa la colpa di ogni male, a partire da quella mela? Ma chi si era inventata tutta la storia? Non certo una donna…

 La nostra società violentemente maschilista, filtrata dall’odio misogino della chiesa, è quella che fa sembrare “normale” quel tipo di intercalare, così come  trattare le donne con sufficienza, considerarle un’ appendice dell’uomo, una cosa di sua proprietà. E’ seguendo questa strada che si arriva alla soppressione fisica della donna che si ribella, che vuole la propria autonomia e libertà di giudizio e di scelta.

Mentre scrivo, il telegiornale annuncia l’ennesimo uomo manesco che, allontanato da casa per violenze familiari dal decreto di un giudice,vi torna, brucia la casa e ammazza un figlio di 11 anni. Ennesimo fatto criminoso e violento, che sicuramente, come sempre, non sarà adeguatamente punito. Anche quegli uomini che sfregiano con l’acido le donne che considerano di loro proprietà, poi hanno pene relativamente leggere e brevi. Bisognerebbe invece inasprirle fino all’ergastolo, far paura insomma a questi orchi che  spadroneggiano impuniti. E poi incentivare i centri antiviolenza, per i quali non ci sono mai fondi sufficienti, ma soprattutto educare i figli maschi a casa e nella scuola al rispetto delle donne. Questo è fondamentale per fermare il cosiddetto crime clock, cioè il crimine che ha una frequenza stabilita ogni tot di tempo. Qui in Italia si compie per esempio un femminicidio ogni due giorni. E’ davvero assurdo e inaccettabile, anche perché il 60% di questi crimini è una morte annunciata e denunciata assai prima di compiersi. C’è da chiedersi perché la polizia e la magistratura non facciano niente per fermare questo eccidio, questo massacro senza fine.

 

Barbara Fois

 

IO non alzo le mani

 

 

Le foto sono di repertorio sul web

 

 

 

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