Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e con l’inizio della Guerra Fredda, l’Umanità intera si è chiesta quando, come e fra chi sarebbe scoppiata la Terza Guerra Mondiale. A suo tempo lo chiesero, come è noto, anche ad Einstein, che rispose semplicemente che non sapeva come sarebbe stata la TGM , ma era sicuro che la Quarta si sarebbe combattuta con le clave. Beh, penso che tutti noi abbiamo immaginato che ci saremmo distrutti con bombe nucleari, per finire come i protagonisti di un angoscioso film del 1959 “L’ultima spiaggia”, in cui i pochi sopravvissuti, nel mondo avvelenato dal fallout nucleare, si apprestano a morire o si suicidano. L’ultima immagine del film mostra città deserte, in cui refoli di vento sollevano polvere, foglie e cartacce in piccoli vortici e muovono uno striscione stracciato su cui è scritto “C’è ancora tempo….” (per pentirsi è quello che manca alla frase), ma il messaggio così monco è ben chiaro e non solo nella forma. Quando vedo le immagini delle nostre città vuote, non posso non pensare a quel film, che mi scioccò tanto quando ero ragazzina.
Eppure fra tutte le ipotesi fatte su come la razza Umana si sarebbe distrutta, quella di una pandemia era davvero confinata nell’ambito della fantascienza, o dei film catastrofici come “Contagion”, o “Virus letale”, o il più famoso “Io sono leggenda”, un remake del film del 1971 con Charlton Heston “1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra “. Ma forse il più angosciante perché senza speranza è “L’esercito delle 12 scimmie” ed è questo pregresso fantascientifico e cinematografico, forse, che costituisce l’humus per l’apocalittico pensiero occulto che oggi ci lascia in angoscia, davanti al dilagare della pandemia. Però la nostra parte razionale ci dice che da questa epidemia si esce, ma se la gente continuerà a uscire di casa e ad assembrarsi stupidamente e stolidamente, alla faccia dei provvedimenti presi dal governo e approvati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), noi tutti saremo in pericolo di nuovi contagi, scaglionati nel tempo. E questo vuol dire che, in questo modo, uscirne sarà molto più faticoso e difficile e che, per colpa di una minoranza di egoisti, strafottenti cretini, le restrizioni che sarà necessario prendere, saranno molto più dure per tutti, anche per quelli che sono stati ligi al dettato del governo.
E intanto la minoranza di destra e leghista ne approfitta per continuare il suo demenziale, egoistico e scriteriato impegno di contrasto al lavoro del governo, sperando di raccattare qualche voto o consenso in più, pure in una contingenza così drammatica. Abbiamo sentito la richiesta di riapertura del Parlamento, che del resto non è stato mai chiuso, ma immaginatevi un po’ che accadrebbe se ci fossero delle assemblee plenarie: in una sola infornata ci giocheremmo tutta la classe politica …però, mica male…a meno che la destra non si giochi furbescamente la carta dell’assenza dall’ammucchiata. E comunque tutto questo lavoro di contrasto non è fatto certo per fronteggiare il virus o quei cretini che continuano a fare come gli pare. Contro i quali ci sarebbe un deterrente concretamente più forte: non solo la multa salata o la minaccia del carcere (che di questi tempi non è nemmeno credibile, vista la situazione nelle carceri), o il sequestro dell’auto, ma la condanna a fare servizi socialmente utili: te ne vuoi andare per strada? Bene, ti metti una bella tuta e vai a sanificare le strade e gli spazi comuni. Io penso che la gente ci penserebbe due volte a farsi beccare a spasso. Ma certo, se una persona come Salvini viene pizzicata in via del Tritone a passeggiare con la sua bella, poi come fai a chiedere agli altri di non farlo? E ha voglia lui di dire che era in giro a far la spesa: ma quale spesa in via del Tritone, a Roma?Ma quando mai c’è stato un market o un negozio di alimentari? Ma soprattutto: quando mai lui avrà fatto la spesa??? Io direi che a questo punto la gente che dice di essere fuori per fare la spesa debba esibire lo scontrino fiscale. Visto che troppi in questo paese giocano a fare i furbetti, vanno colpiti e sanzionati senza pietà, perché i loro errori li pagheremo tutti e amaramente.
Ma come è iniziata questa tragedia? Solo a febbraio non c’era niente! O meglio: il virus era già comparso in Cina, ma noi stupidamente e arrogantemente pensavamo che la cosa non ci riguardasse, come fino a qualche giorno fa lo pensava quello sbruffone di Trump, che così ha messo in pericolo centinaia di migliaia di americani e lo si comincia a vedere adesso. Quanto a quel ridicolo e bolso di Johnson, dal suo comportamento sembrava convinto che bastasse la Brexit per mettere l’Inghilterra al sicuro dal contagio europeo. Ora ha capito di aver sbagliato e ha fatto dietro-front, ma i provvedimenti presi sono tardivi e confusi e purtroppo questo avrà degli effetti devastanti in un prossimo futuro. Abbiamo infatti immagini della Tube londinese piena zeppa di gente, alla faccia del pericolo di contagio…
Ma torniamo al virus in Italia. L’ultimo giorno di febbraio, il 29, ci furono gli ormai famosi due casi dei coniugi cinesi, a Roma. Ma ancora ci sembrò una conferma del fatto che il virus era destinato a infettare solo i cinesi. Eppure il 21 di febbraio c’era già stato un caso a Codogno…ma dove accidenti si trovava Codogno?
E’ passato solo un mese - anche se sembra molto di più - e sono oltre 50mila le persone infettate in Italia ( secondo i dati ufficiali dei positivi al virus, ma sembra che in totale possano essere 10 volte tanto i contagiati asintomatici) e oltre 6000 i morti e si calcola che nel mondo circa un miliardo (!!) di persone siano chiuse in casa, con diverse motivazioni, ma tutte in attesa che finisca l’emergenza.
Ad oggi del virus se ne sa un po’ di più, ma ancora restano dubbi grandi come macigni e il primo e sicuramente il più depistante è: perché il virus si accanisce al nord e non al sud, così poco organizzato al confronto? Forse proprio perché la Lombardia è così organizzata, perché i suoi mezzi di trasporto sono così veloci, perché la gente si muove dappertutto e ci sono tanti pendolari che da Milano si spostano nei paesi dormitorio dei dintorni, usando mezzi pubblici come la metropolitana, i treni, gli autobus, che sono veloci e frequenti. Il sud si affida di più ai mezzi propri, considerando la lentezza di quelli pubblici, salvo eccezioni. Può essere una spiegazione? Chissà… adesso abbiamo tutto il tempo di farci tante domande e di elaborare delle risposte sensate. E poi a Milano, oltre a un grande scalo aereo internazionale, c’è una vita sociale e culturale molto intensa, tantissimi motivi di ritrovo: dalle grandi mostre alle manifestazioni della moda, la fiera campionaria, e poi presentazioni di libri, conferenze, concerti, opere alla Scala e non ultima la cosiddetta “movida”, in cui le “sciurette” fanno le loro passerelle. Troppe occasioni di contagio, di passaggio da un soggetto all’altro. E poi i ritardi incredibili nel comprendere e affrontare il pericolo, la mancanza di coordinazione fra regioni e governo, e in questo momento di disorientamento – come dicevamo prima- ne approfittano soprattutto i “cani che abbaiano alla carovana”, in continuazione, fregandosene del fatto che adesso dovremmo unirci nello sforzo comune di vincere il virus. Cani che sono sempre in campagna elettorale e la cui pochezza, le cui bugie, i cui dietro-front repentini, le cui smentite continue, la cui macchina del fango – anche in questa tragica contingenza- non smette mai di sputarlo addosso al governo, sono di fronte agli occhi di tutti e si spera davvero che i loro elettori li aprano una volta per tutte questi occhi e capiscano chi hanno davanti.
Meno male che questo paese è fatto anche da ben altra gente: medici, infermieri, farmacisti, volontari, autisti di mezzi pubblici, poliziotti, cassiere e commesse dei market, corrieri che portano la spesa e generi di prima necessità a chi non può muoversi e tutti coloro che mettono la necessità degli altri prima della sicurezza personale. Sono stati chiamati angeli, ma sono donne e uomini consapevoli di fare la differenza, esseri umani con una coscienza e un’anima. Beh, anche in queste categorie tuttavia ci sono gli sciacalli, come è successo in Calabria.
“È una cosa indegna, bisogna intervenire”. È così che Francesco Masciari, direttore generale facente funzioni dell'Asp di Crotone, commenta a Sky Tg24 questo dato: mentre la Calabria, come tutta Italia, combatte contro l’emergenza Covid-19, trecento dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale sono in malattia. “Con il dovuto rispetto per tutti coloro che legittimamente stanno usufruendo di un beneficio di legge, occorre tuttavia sottolineare l'anomalia del dato, stranamente coincidente con l'acuirsi dell'emergenza coronavirus”.
Dei 300 dipendenti in malattia, 151 appartengono al settore sanitario. Tra questi ci sono 91 infermieri, 33 medici e 17 operatori socio sanitari. Nel comunicato dell’Asp di Crotone, Masciari spiega qual è l'organizzazione dell'ospedale per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Ma aggiunge che le misure “potranno compiutamente realizzarsi solo attraverso la fattiva collaborazione di tutto il personale dipendente aziendale”. Ha raccontato infine che un figuro dopo aver firmato un contratto fra quelli offerti a chi aderiva all’appello di emergenza sanitaria, ha fatto un turno e poi si è messo in malattia. Già.
E poi ci sono gli spiriti allegri, ottimisti, quelli che cantano sui balconi e riempiono di musica il silenzio cupo delle città. Anche loro fanno del bene: al nostro umore, al nostro spirito e ci infondono speranza nel futuro. Qualcuno pensa che siano solo dei caciaroni, ma io invece apprezzo la loro vitalità e la loro gioia di vivere, retorica patriottica a parte. Fra l’altro i loro concerti estemporanei hanno indotto cantanti veri, da Bocelli a Zucchero a Bono Vox, etc., a cantare sul web, dando dei veri e propri concerti da casa loro. E non solo: ci stanno imitando un po’ ovunque in Europa e i tedeschi della Baviera ci hanno mandato un messaggio di amicizia e incoraggiamento in italiano e si sono messi a cantare “Bella Ciao”. Dei tedeschi che cantano “Bella ciao” : è scioccante, se si pensa che “l’invasor” di cui si parla nel testo sono loro!
Abbiamo parlato di Terza Guerra Mondiale e a qualcuno forse può sembrare eccessivo, viste le tante guerre “tradizionali” che anche ora insanguinano il nostro infelice pianeta, ma gli elenchi di contagiati e deceduti sembrano proprio bollettini di guerra. Qui in Italia siamo arrivati a più di 700 morti al giorno: a Bergamo i deceduti sono talmente tanti che il cimitero non può accoglierne altri e vengono trasportati nei forni crematori dei paesi vicini. Stanno montando ospedali da campo in tutta la Lombardia e chiedono l’aiuto di medici dalle altre regioni. “Ci servono 300 medici, per favore rispondete subito”: hanno risposto in quasi ottomila. Arrivano rinforzi dalla Cina, per prima, e ora dal Brasile, da Cuba, dalla Russia,oltre che da ogni parte d’Italia.Ti commuovi davanti a questi slanci di solidarietà, e anche alla disponibilità dell’Europa a concederci deroghe sul patto di stabilità (Olanda permettendo), ma poi il tuo cinismo italico ti fa chiedere: quanto la pagheremo questa deroga in futuro. Perché ci stiamo indebitando col mondo intero e abbiamo già l’esempio di quello che è successo alla Grecia...
C’è un’ultima considerazione da fare: noi eravamo già in guerra e da un pezzo ( e non parlo di conflitti armati), o almeno: una parte del nostro popolo, povero e affamato lo era, quando ogni giorno combatteva per sopravvivere, nell’indifferenza di cittadini e politici. Non basta: noi occidentali benestanti ci dimentichiamo sempre dei disperati che vivono nella spazzatura che noi produciamo, di quelli che scappano da guerre e torture, dalla fame e dalle malattie, per vedersi chiudere la nostra porta in faccia. Noi viziati e immaturi privilegiati, che parliamo di grossi sacrifici solo perché dobbiamo restare a casa.
Abbiamo sfregiato la Natura, abbiamo rubato, inquinato, discriminato, impoverito il mondo intorno a noi e abbiamo ignorato i bisogni dei più deboli e poveri. Ora abbiamo tutto il tempo per riflettere su di noi e sul futuro che ci aspetta. Un futuro in cui non ci saranno più che pochi vecchi, l’ultima generazione che ha goduto di una pensione e ha sostenuto giovani e meno giovani senza un lavoro fisso, senza un introito mensile sicuro. Che ne sarà di tutti loro?
Qualcuno ha detto che da questa esperienza usciremo cambiati. Forse. Qualcuno lo farà in meglio, qualcuno in peggio, ma soprattutto la maggior parte non cambierà di un pelo e si butterà tutto alle spalle. Purtroppo.
Barbara Fois
Immagini dal mondo