Strano modo di trattare ha Trump. Ha concesso a Putin fin dall’inizio tutto ciò che poteva, e ciò che non poteva. E ora si stupisce che Putin continui a bombardare l’Ucraina. Di fronte all’ininterrotto bellicismo (si potrà dire?) di Putin Trump fa ormai la figura dell’incapace.
Compare ora in primo piano l’aspetto psicologico. Che non potesse fermare la guerra nelle prime 24 ore era scontato. Ma non gli sono bastati 100 giorni e la situazione è tale che non può osare di prevederne il doppio come sufficiente. Allora, sconfitto sul piano politico e impotente su quello militare, Trump si rifugia nell’umano: la guerra non si può fermare perché i due antagonisti si odiano. Riteneva forse solo che si detestassero? Ma si può ridurre la guerra a una questione di odio, come un litigio in aula alle scuole medie?
Ma incombe più potente l’aspetto strategico. Dicevano i suoi sostenitori: favorire la Russia contro l’Ucraina è mossa intelligente per staccarla dalla Cina. Sarà. Ma intanto la Russia favorita da Trump rinsalda i legami con la Cina. E allora il calcolo machiavellico si rivela illusione puerile.
Intanto per non sbagliarsi ha messo le mani sulle terre rare dell’Ucraina. Su quel piano potrà fare profitti. Ma la mossa è insidiosa. Non potrà impedire a nessuno di pensare che si fa pagare a caro prezzo per un lavoro che non fa. Perché l’Ucraina dovrebbe privarsi di risorse pregiate se l’alleato che se ne appropria non riesce a fermare la guerra portata dalla Russia e nemmeno a difendere le popolazioni esposte quotidianamente all’aggressione? Perché dovrebbe accettare la prospettiva di una brutale spartizione del suo territorio se neanche la promessa della spartizione riesce a indurre l’aggressore al negoziato? Il comportamento attuale di Putin getta una luce chiara sulle leggende del passato: come si fa a credere che nel 2022 (mentre il suo esercito faceva la strage di Bucha) era pronto alla trattativa se nemmeno il cedimento totale di Trump lo induce ora a fermarsi?
Ma l’interrogativo sull’inaffidabilità degli USA di Trump grava ormai non solo sulla povera Ucraina ridotta a vittima predestinata ma su tutta l’Europa. Può l’Europa non porsi il problema? Come si fa a fidarsi di un alleato che fa pesare la propria potenza solo per far balenare la reale possibilità che venga lesinata e forse sottratta all’impegno di proteggerla? Così come era stato finora più che conveniente per gli USA? Qualsiasi giudizio si dia sulla qualità della scelta di Trump è necessario riconoscere che essa implica per l’Europa un dovere inderogabile e non più rinviabile. Anche se l’Europa considera per sé più adatta la perfetta neutralità non può in alcun modo eludere la necessità che questa sia saldamente protetta e non esposta in balia delle pulsioni imperiali altrui. Anche la neutralità ha bisogno di essere difesa.