Pancho Pardi - Coronavirus

di Pancho Pardi - Liberacittadinanza - 17/04/2020

Si sta chiusi in casa a rimuginare domande cui non sappiamo rispondere. Perché la Germania esce dalla crisi molto meglio di Italia, Francia e Spagna? Perché non è stato fermato il contagio nelle case di riposo? Perché medici e infermieri sono stati protetti così male? Che cosa si può inventare per evitare che la società bloccata subisca la recessione economica? Perché ci lamentiamo dell'Olanda paradiso fiscale per gli stranieri quando l'Italia è paradiso fiscale per gli italiani (non tutti ma pur sempre troppi)?

Per evitare di dare risposte banali meglio dedicarsi alla lettura dei classici. Per quanto si possa aver letto sono sempre di più i libri che non abbiamo letto. E anche quelli che abbiamo dimenticato valgono come non letti. Ma, si dirà, non si può stare sempre a leggere. Ecco allora un esercizio mentale, una piccola ginnastica adatta alla reclusione. Si comincia a ricostruire le immediate vicinanze di casa nostra. Poiché la condizione più diffusa è quella urbana il primo compito è ordinare nello spazio le strade e le case, i viali e le piazze. Facciate, cortili, giardini, cancelli, negozi, balconi. Si può essere più precisi: altezza delle case, sporgenze dei tetti, colore degli intonaci. Quando si ha un quadro sicuro si può immaginare le prospettive che ci permettono di allungare lo sguardo in lontananza nelle diverse direzioni. Allora qui si impone il ricordo del loro rapporto col giro diurno del sole: strade prese d'infilata dalla luce, strade che ne ricevono solo raggi obliqui, altre a lungo ombrose. Se ora si ha chiaro l'orientamento si può osare di spingersi più in là o verso il centro storico o verso la periferia. Man mano che ci si allontana si lasceranno zone opache su cui il ricordo ha difficoltà ma si può fare perno su punti fermi meglio conosciuti, certi slarghi, certi incroci, qualche rilevanza architettonica.
 
Bisogna impegnarsi a configurare, pur con qualche lacuna, la conformazione d'insieme, la distribuzione spaziale dei corpi urbani più caratteristici. Giunti nel centro storico, dopo averne passato in rassegna il reticolo e gli edifici eminenti, si può fare il tentativo di una "zoomata", allora un crocicchio, un frontone, un arco ci possono spingere fino alla precisione di vedere la lapide che ricorda il pittore che ha vissuto lì quattro secoli fa. Dopo questo atto di bravura si è liberi di guadagnare quota lentamente. E qui ci si presenta una scelta. Ci si può impegnare a ricostruire una vista a volo d'uccello della nostra città, come certe fascinose piante urbane del passato; oppure voltate le spalle alla scena rivolgere gli occhi alla prospettiva regionale: dorsali spartiacque, corsi dei fiumi e, seguendo il loro corso, più in là forse il mare...

Se il gioco non è venuto bene potrete fare come quando con uno scarabocchio ci si libera di un disegno mal riuscito. In fondo vi siete presi la libertà di andare in giro senza muovervi da casa. Avete disubbidito senza disubbidire. E se non si sono stancati gli occhi potete sempre ricominciare a leggere.

Questo articolo parla di:

archiviato sotto: