È di pochi giorni fa la frase a effetto ripetuta fin dall’inizio: non si può umiliare la Russia. In origine poteva essere saggezza diplomatica: far capire a Putin che una trattativa non era pensata per minare la sua leadership. Ma ora, con la Russia sempre più apertamente all’assalto, quando il presidente Macron ripete la formula, viene da chiedersi quale mondo veda.
Se c’è un paese umiliato e offeso è solo l’Ucraina. La Russia ha distrutto città, centri produttivi, infrastrutture, ha ucciso decine di migliaia di cittadini, militari e civili; ha realizzato stragi efferate; ha deportato in massa bambini e adulti verso le estreme regioni del Paese; ha prodotto l’esodo più monumentale della storia moderna; ha bloccato le esportazioni dei grani, risorsa commerciale vitale e rimedio alla carestia nei paesi poveri; ha depredato e continua a depredare come bottino di guerra grano e acciaio nelle terre sottratte all’Ucraina.
Messa di fronte ai suoi delitti, la Russia nega le stragi, le distruzioni e spudoratamente le attribuisce agli ucraini; nega espropriazioni e deportazioni; e mostra soddisfazione di fronte all’esodo che svuota le terre che ha sotto mira. Nega il blocco dei porti che esercita con le sue navi armate. L’indifferenza russa si spinge fino a radere al suolo città e paesi dei russofoni che sostiene di difendere.
Tutto questo avviene ora. E sempre ora la Russia torna a bombardare Kiev e minaccia direttamente chi l’aiuta. E afferma, nel modo più provocatorio, che l’Ucraina è solo un affare suo.
Chi in Europa si prodiga per la pace a tutti i costi ne dovrebbe tener conto. E proprio, di fronte a tutto questo, invece, ora Macron dice che non si può umiliare la Russia! Più timidamente Letta avverte che è necessaria una pace anche se non quella giusta.
Allora bisognerebbe dirlo apertamente: gli ucraini hanno sbagliato a non arrendersi il primo giorno, avrebbero almeno provato a barattare l’incolumità con la servitù. Invece ora si scopre che aiutare gli ucraini era imprudente e che per non umiliare Putin devono piegarsi a un negoziato col piede russo sul collo. Come dire a un popolo invaso di aver lottato invano e di rassegnarsi. Gli esuli non potranno tornare se non a capo chino. I danni di guerra saranno pagati dagli aggrediti, l’integrità territoriale è persa per sempre. Per non umiliare Putin.